Recensione: Numbers
L’ignoranza è la madre della miseria: si potrebbe riassumere così, con un noto proverbio, il primo pensiero che è venuto alla mente del sottoscritto all’ascolto di Numbers, debutto dei trapanesi Urto. Ci si lamenta spesso del ruolo pressoché anonimo che l’Italia riveste nella scena internazionale, guardando all’estero nella speranza di scoprire l’ennesima (pseudo) new sensation, salvo poi rendersi conto a posteriori che il pezzo pregiato era sotto il proprio naso. Non è banale in questo senso recuperare un lavoro ormai vecchio di tre anni, specie se una scelta del genere premia tutta una regione criminalmente sottovalutata dai più. La band, manco a dirlo, proviene dalla Sicilia – terra che negli ultimi tempi ha offerto buoni frutti un po’ in tutti i settori – e si segnala quale credibile seguace di certo stagionato thrash metal d’oltreoceano, riproposto con personalità e notevole perizia tecnica.
Inutile girarci troppo intorno: Numbers è un gioiellino. L’esperienza ormai decennale della band (in giro dal 1998) fa la differenza, al punto da sorprendere positivamente chi si aspetta l’ennesima produzione di bassa lega. Professionalità e coerenza sono due elementi fondamentali, ma senza un’identità propria il rischio di incorrere nell’ennesimo rip-off è più che mai tangibile: a fugare ogni timore piomba una mezz’ora abbondante a base di thrash metal avvincente e ispirato, fresco pur nel suo evidente anacronismo, immediato nonostante pattern raramente lineari. Doti che rendono imperdibile l’iniziale accoppiata Bugger Off – Hitlerosevic, al cui ascolto riaffiorano le dinamiche che furono di mitici ensemble quali Heathen e Dark Angel (versione Time Does Not Heal); nota di merito per il rifferama sciorinato dalle chitarre di Mimmo Saladino e Giovanni Labita (ineccepibile anche in sede solista), abili nel ricamare trame caleidoscopiche e tortuose, senza tuttavia perdere di vista l’impatto nelle ritmiche portanti. La relativa (iper-)esposizione delle due asce non deve in ogni caso oscurare quanto di buono espresso dalla sezione ritmica, composta da Francesco Gioia (basso) e Giuseppe Campisi (batteria), e dalle corde vocali di Alessandro Olivo, in gran spolvero nella kubrickiana Full Heavy Metal Jacket – altro pezzo da novanta di una tracklist breve ma intensa.
I testi seguono un iter già noto ai fruitori del genere, che per tradizione ha sempre flirtato con temi d’attualità scottante, denunce sociali, parodie politiche. Gli Urto scelgono messaggi espliciti e inequivocabili, che forse (e volutamente) feriranno l’animo di chi è schierato dall’altra parte, o più semplicemente di chi ancora predilige una musica votata al puro intrattenimento: a prescindere da ogni disquisizione a livello contenutistico – per cui il lettore è rimandato alla lettura individuale dei testi – emerge l’immagine di una formazione con le idee chiare, sotto tutti i punti di vista, che non accetta compromessi. Ulteriori osservazioni su artwork (non troppo poetico ma sicuramente efficace) e liriche esulano onestamente da questa sede.
Numbers è un altro demo che pensa in grande. Produzione, idee e prestazione corale meriterebbero ben altro di un CD auto-finanziato, a oggi unico traguardo raggiunto dal quintetto di Partanna (TP). Una valutazione piena e meritata è il massimo anche per un servizio così potente e capillare come TrueMetal.it, per cui l’augurio sincero è che qualcuno si accorga di questi ragazzi. Chissà quali sorprese potrebbero regalare tre anni di silenzio!
Federico ‘Immanitas’ Mahmoud
Tracklist:
01 Bugger Off (mp3)
02 Hitlerosevic
03 Freedom (mp3)
04 The Second Coming
05 Numbers (mp3)
06 Full Heavy Metal Jacket