Recensione: O3: A Trilogy – Part 3
Il cerchio si chiude ed ecco quindi arrivare alla conclusione la trilogia
dell’ozono ideata dall’ex singer dei Dream Theater. La prima parte prevedeva un
cd interamente acustico in cui il singer americano si occupava autonomamente di
voce, chitarra e produzione. Il secondo disco si snodava verso territori più progessive, grazie anche al supporto di un’etichetta come la InsideOut Music e
sopratutto grazie ad una band vera e propria trovata nei cagliaritani Solid
Vision. Per quanto riguarda i testi, nei capitoli precedenti la storia si basava
su un viaggio all’interno della mente di un serial killer in missione
negli stati uniti, le cui convinzioni di costruire un mondo migliore con lo
strumento della morte e del terrore erano messe in dubbio prima dal fascino del
mondo americano e poi dalla figura del detective Anthony Dam.
In questo terzo capitolo ci troviamo di fronte a quella che è la vera e propria
fine del mondo: il serial killer si rivela essere uno dei cavalieri
dell’apocalisse, ma la storia gira tutta attorno alla figura del detective A.
Dam, il quale si ritrova sommerso in un sogno originato da una sbronza pesante
in cui viene prescelto da Dio per rifondare l’intera umanità.
Dal punto di vista musicale, il terzo capitolo della trilogia subisce una
brusca sterzata verso territori più cari all’heavy metal; ritmiche furiose e
pesantissime caratterizzano un disco che dal punto di visto tecnico non ha nulla
da invidiare al suo predecessore. L’unico problema sta nel fatto che la proposta
musicale non risulta essere fra le più originali in circolazione, senza in alcun modo distaccarsi
da quello che è stato proposto da tanti altri gruppi in attività.
L’apertura è affidata a King Of Terror, introdotta da un’intro acustica che fa
preludio per una traccia possente fatta di ritmiche veloci e frenetiche. I Solid
Vision sono una band affiatata e tecnicamente dotata, ne sono la prova i raffinati
fraseggi fra chitarra e tastiera e sfoggi di tecnicismi fra assoli precisi, strutture ritmiche complesse e improvvisi cambi di ritmo;
tutto questo non può far altro che giovare alla qualità complessiva del disco.
La successiva March Into Hell continua a pestare duro su ritmiche decisamente
prog-power che strizzano l’occhio ai lavori dei più blasonati Symphony X; anche
in questo caso è il resto della band a rendersi protagonista, sugli scudi
sopratutto i lunghi e intricati assoli della chitarra di Brian Maillard,
supportati da una
sezione ritmica che non sbaglia un colpo nemmeno quando c’è il bisogno di
rallentare e trasferirsi su lidi più tranquilli e riflessivi come nella ballad
So Help Me God. Il resto della tracklist continua a tenersi su livelli
pressoché accettabili nonostante un Charlie Dominici che alla fine dei conti
risulta essere l’anello debole dell’intera band; il singer americano si sforza
di sfoggiare una prestazione vocale accettabile (l’età avanza e non siamo più
negli anni ’80) ma che, ahimè, ci mette di fronte ad un cantato inespressivo e
poco convincente. In ogni caso, la band non demorde e continua la propria marcia
su ritmiche costantemente frenetiche e sfoggi di tecnicismi degni di nota come
nella granitiche Enemies Of God ed Hell On Earth. La conclusione è affidata a
Genesis; lunga suite caratterizzata principalmente dai virtuosismi presenti
nelle lunghe parti strumentali, le quali nonostante il minutaggio piuttosto
elevato, riescono comunque a mantenere discretamente alto il livello d’interessa
grazie anche alla classe dei quattro italiani, capaci di unire insieme tecnica,
aggressività e un gusto melodico sopraffino.
Nulla di eccezionale quindi. Questo terzo capitolo di O3: A Trilogy è un
lavoro che si fonda su ottime basi sia a livello di testi che dal punto di vista
musicale, ma che purtroppo non riesce a convincere in pieno. Il disco risulta
essere ben composto nonostante la proposta musicale non sia delle più originali
in circolazione, con in aggiunta il grave difetto di tendere ad annegare nella banalità,
sopratutto per quanto riguarda la conclusione del concept racchiuso al suo
interno. Un prodotto che resta comunque apprezzabile e che si lascia ascoltare
con tutta tranquillità, ma nulla di diverso rispetto a quanto proposto da
tantissimi altri gruppi in circolazione.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 King Of Terror
02 March Into Hell
03 So Help Me God
04 Liquid Lightning
05 Enemies Of God
06 Revelation
07 Hell On Earth
08 Genesis
Line Up:
Charlie Dominici: Vocals
Brian Maillard: Guitars
Riccardo Atzeni: Bass
Amerigo Rigoldi: Keyboards
Yan Maillard: Drums