Recensione: Obitorio
Primo demo per i Clinicamente Morti, band di Lecce formatasi nel 2005.
La copertina, l’artwork e soprattutto il titolo parlano chiaro, Obitorio
è un lavoro dalle tinte oscure, dai testi provocatori e dal mood generale
corrosivo.
Devo dire che c’erano tutti gli indizi per trovarsi di fronte a un lavoro in
stile Carcass, e invece i Clinicamente Morti “stupiscono”
proponendo un ibrido death/thrash (con netta prevalenza del primo genere), che
riprende il suono cupo e grezzo della prima metà degli anni novanta. Brani
corti, che prediligono un andamento non esasperato, enfatizzando la componente
groove del proprio sound, accelerando di tanto in tanto per dare maggior respiro
alle composizioni. Da sottolineare il cantato in italiano del frontman Nico
Parente, una scelta non comune che andrebbe però rivista, sia dal punto
prettamente vocale, che dal punto di vista della metrica, con alcuni versi che
appaiono un po’ forzati.
I nostri posseggono comunque una buona padronanza dei propri strumenti, e
danno vita a un lotto di canzoni ben costruite, come le accattivanti Inno
alla Violenza e Allarme Odio poste in apertura. Anche se il meglio, a
mio avviso, si ha con la seguente C.O.M.A., dalle struttura più elaborata
e con alcune aperture thrash metal degne di nota, e con la sesta Inferno
Avanza, inaugurata da un sinistro arpeggio che dà vita a un pezzo in cui il
groove dei Clinicamente Morti dà il meglio di sé, con alcuni riff di
chiaro stampo Pantera.
Un lavoro incoraggiante dunque, che gode di una produzione più che
sufficiente e un artwork curato. Ovviamente ci sono ancora dei miglioramenti da
apportare, specialmente nell’esecuzione degli assoli e in fase di songwriting,
ma da una band al debutto direi che ci si può ritenere soddisfatti.
Stefano Risso
Tracklist:
- Intro
- Inno alla Violenza
- Allarme Odio
- C.O.M.A.
- Clinicamente Morti
- Inferno Avanza
- Corruzione