Recensione: Oblivion

Di Alessandro Calvi - 17 Agosto 2005 - 0:00
Oblivion
Band: Lustnotes
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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68

I Lustnotes sono una giovane band di Milano e provincia dedita a un black metal sinfonico di stampo piuttosto classico. Fondata inizialmente dal bassista Aganush’s Lord e dal batterista Ragno, si sono presto andati ad aggiungere alla formazione gli odierni componenti. Dopo alcuni anni d’impegno nell’attività live e la preparazione di diverse cover e alcuni brani propri, i Lustnotes giungono finalmente alla decisione di registrare questo demo intitolato “Oblivion” che ora mi trovo tra le mani.

L’apertura dell’album è demandata a una “Intro” strumentale un po’ nello stile dei Cradle of Filth, un brano quindi sinfonico e molto atmosferico che ricorda molto da vicino certe colonne sonore di film horror, brano in cui la vera protagonista è la tastiera di Yorick.
L’ultima nota dell’intro si spegne e comincia la prima vera e propria canzone del disco, cioè “Black Minstrel Death”. L’inizio è strettamente legato a un classico black metal sinfonico, ma poco a poco che la traccia prosegue, assume in alcuni passaggi un incedere quasi marziale, che sono poi i momenti che ho preferito della song. Mi è piaciuto invece un po’ di meno lo stacco più melodico centrale che sinceramente ho trovato un pochino fuori posto, gustoso invece il modo in cui il brano torna verso ritmiche e melodie più consone al genere proposto dal gruppo.
Subito dopo troviamo “Madeleine”, l’inizio della canzone è decisamente lento, quasi al limite del doom, ma ben presto la song riprende vigore e velocità e torna ad attestarsi su un ritmo sostenuto. Anche in questo caso troviamo un intermezzo melodico affidato esclusivamente alla voce di Death e alle tastiere, questa volta però a mio avviso il gruppo centra l’obiettivo e sforna un passaggio decisamente più interessante.
A chiudere il trittico delle canzoni infine “Feast of the Slaughter Court”, forse la canzone più violenta del demo e probabilmente anche la mia preferita. Anche se il sound cambia forse poco rispetto alle altre due song, l’atmosfera che ne deriva è a mio avviso più coinvolgente. Probabilmente il fatto che il testo nasca da un sogno di Yorick, ha conferito a tutto il brano una maggiore ispirazione rispetto alle altre.
Sul cd però c’è ancora spazio per due tracce: l’ “Outro”, sempre demandata alle tastiere incaricate di intessere una melodia di sapore orrorifico, un po’ come all’inizio, e una bonus track che prende il nome dal batterista del gruppo. “Ragno” è infatti una sorta di nota a margine di pura violenza a base di una batteria indiavolata, chitarre e urla.

Come in tutte le cose ci sono sia luci che ombre. Dal punto di vista compositivo il gruppo dimostra una certa maturità e una certa freschezza d’idee pur rimanendo all’interno di un genere che non vede di buon occhio le sperimentazioni. Il songwriting è vario e composito e le canzoni scorrono via molto bene senza annoiare l’ascoltatore anche sulla lunga distanza, come nel caso di “Black Minstrel Death” che supera i sette minuti. La produzione però non è esattamente allo stesso livello. In realtà gli strumenti si sentono tutti discretamente bene, forse solo il basso è un po’ sacrificato sotto agli altri strumenti, e il lavoro di mixaggio è stato condotto piuttosto bene. Quello che lascia un po’ l’amaro in bocca è il volume estremamente basso degli strumenti che risultano per questo a tratti un po’ confusi. Una pecca questa che per una volta non mi sento di ritenere come voluta dal gruppo per rimanere più fedele agli stilemi primevi del black, ma solo come indotta da una produzione non all’altezza delle composizioni.

Per concludere si tratta di un demo piuttosto ben curato nella forma anche se un po’ corto, difatti le vere e proprie canzoni presentate sono solo tre. Tre canzoni che comunque ci presentano un gruppo piuttosto interessante e a mio avviso valido. Indubbiamente il problema dei Lustnotes è principalmente legato alle spese di produzione per la realizzazione di un demo che stanno diventando sempre più proibitive. Con altri capitali a disposizione sicuramente questo cd avrebbe contenuto molti più brani, prodotti meglio, acquisendo così molto più valore.

Tracklist:
01 Intro
02 Black Minstrel of Death
03 Madeleine
04 Feast of the Slaughter Court
05 Outro
06 Ragno (bonus track)

Alex “Engash-Krul” Calvi

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68