Recensione: Obscured Until Observed

Di Antonio Miele - 31 Dicembre 2023 - 8:30
Obscured Until Observed
Etichetta: Xtreem Music
Genere: Thrash 
Anno: 2023
Nazione:
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75

Dici Grecia ed i primi gruppi che ti vengono in mente sono Rotting Christ e Septicflesh, da anni sulle scene e con tanta esperienza alle spalle tra album e concerti in giro per il Globo.
Ma, nel prossimo futuro, si potrebbe anche pensare ai Venus, almeno questo è ciò che probabilmente si augurano Giorgios Virginis e Antonis Avtzis da Atene, rispettivamente chitarrista e voce “sporca” e chitarrista e voce “pulita” di questo duo nato nel 2021 e con all’attivo un EP nel 2022 dal titolo ‘Project Lamda‘.
Ora è la volta di ‘Obscured Until Observed‘, debutto sulla lunga distanza, disponibile dal 14 novembre 2023 via Xtreem Music. La proposta è parecchio interessante, un Thrash Metal veloce e molto tecnico, di chiara ispirazione Vektor, dai quali attingono a piene mani fin dai caratteri del logo, impossibile non farci caso.


Disco straconsigliato ai virtuosi della chitarra, tant’è vero che ci sono addirittura due brani su nove interamente strumentali e se ‘Alive‘ può sembrare il classico intermezzo di un paio di minuti piazzato in mezzo all’album, ‘The Arrythmic Pulse Of Universe‘ è una vera e propria cavalcata Prog-Thrash di oltre cinque minuti, sicuramente uno dei momenti più ispirati e riusciti dell’intero lavoro.
Come scritto sopra è tutto il disco ad essere “Guitar-Hero“: in ogni pezzo ci sono momenti di sola chitarra che suonano davvero bene (detto da mero ascoltatore, che non sa nemmeno cosa voglia dire “strimpellare” un accordo).

Un’altra cosa che funziona alla grande è l’alternanza continua tra le due voci, così diverse ma anche così complementari, come dimostra sicuramente l’ultimo brano, ‘Subatomic Search For Human Consciousness‘, quasi il loro “manifesto“.
Nei suoi undici minuti c’è davvero tutto: accelerate furiose, rallentamenti, di nuovo accelerate e le voci che si rincorrono sul solito ‘tappeto’ chitarristico di qualità.
Insomma, le premesse sono più che buone per questi ateniesi di buone speranze, li attendiamo alla prossima fatica discografica, perchè, come cantava  Caparezza anni fa, “Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista“, magari con un batterista e un bassista in pianta stabile nella formazione che possano sviluppare idee e aggiungerne, visto che la base di partenza è ottima.

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