Recensione: Obsession

Di Francesco Maraglino - 13 Aprile 2014 - 9:02
Obsession
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
Nazione:
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74

Cominciamo, per una volta, dalla fine. E cominciamo male. Perché ci vuole proprio l’imprudenza (e l’impudenza) della giovane età per inserire nel proprio primo lavoro discografico una cover patinata e leccata di Because The Night, iconica canzone che Sua Maestà Bruce Springsteen regalò ere fa alla Sacerdotessa Patti Smith. Sacrilegio. Punto.
Per fortuna, però, prima di arrivare alla traccia numero undici di “Obsession”, esordio di Linda & The Punch – combo germanico fronteggiato dalla ventunenne vocalist titolare e completato da un pugno di baldanzosi giovanotti dietro corde, tastiere e batteria, messo insieme dall’onnipresente produttore Michael Voss – l’ascoltatore deve passare per le altre dieci, frizzanti canzoni che la precedono.
E qui l’atteggiamento del recensore si fa più benevolo. Perché ci si trova, in questo caso, alle prese con una manciata di fresche, effervescenti piccole perle di pop-rock virato hard ed AOR, che richiama alla mente artiste del passato particolarmente apprezzate dai cultori di melodic-rock, quali l’indimenticata Pat Benatar.
Nell’affrontare queste tracce, poi, Linda esibisce doti vocali di tutto rispetto, dimostrandosi a proprio agio sia negli slow più smielati sia negli uptempo maggiormente tirati.

Ne è esempio indiscutibile What a Shame, nella quale trafiggenti riff di chitarra conducono un rocker tirato e catchy memore dei fasti di Joan Jett e delle Runaways. Cold Cold World, invece, si muove, su tempi medi, nell’ambito di un AOR/melodic rock decorato dai tocchi delle tastiere e di un suggestivo pianoforte. Parecchie sono le canzoni che si mantengono in equilibrio tra pop-rock contemporaneo radiofonico e “commerciale”, ancorché grintoso e non troppo stereotipato, ed un AOR memore dei fasti antichi del genere. Tra i più riusciti in tale ambito, si stagliano Nothing of Anything,  veloce e dall’ammiccante ritornello, Welcome To London,  pop-rock “guitar-oriented” e Looking Out for Number One, canzone easy e gradevole alla quale i tasti d’avorio conferiscono un  tocco vintage. Tra le ballad, il primato va a Wake Up Dreaming of You, evocativa ed appena un po’ troppo sbilanciata verso il pop, mentre la notturna e morbida Bite non riesce fino in fondo a raggiungere il cuore dell’ascoltatore.
Non manca, ad affermare la collocazione in ambito “duro” di Linda & the Punch, un efficace rocker come Kill the Lights, hard rock melodico di chiara matrice teutonica trafitto da chitarroni dai riff rocciosi ed ingentilito dalla melodia.

Per concludere: Obsession è un esordio divertente che mette in luce le promettenti doti di una cantante e di un combo determinati e capaci, i quali potrebbero anche nutrire ambizioni di far breccia nel mercato mainsteam.

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