Recensione: Occlused In Ottusity
Il primo approccio ai Balatonizer non inganna: l’attitudine vagamente provocatoria, ironica e volutamente grottesca è lì, bene in vista, stampata su un artwork simpatico (soprattutto l’interno copertina) e inscritta in 31 tracce i cui titoli sono piuttosto esplicativi. Non prendiamoci troppo sul serio, dicono loro: ma ad ascoltarli l’impressione è che, tralasciando questioni d’immagine o d’attitudine, il gruppo meriti attenzione.
Prendete i Retch, umanizzatene il suono e l’uso della drum-machine, pensateli con un approccio più Grind-oriented: eccovi i Balatonizer. Il sound ci conduce direttamente in quegli States dove accordature basse e un certo approccio tecnico ai brani sembrano essere ancora le parole d’ordine più gettonate. Ma questa volta il combo è italiano.
Canzoni brevi, d’impatto; drum-machine volutamente ostentata, ma ben inserita nel contesto sonoro (e soprattutto ben programmata); impatto complessivamente esplosivo. Sotto il marasma ritmico scorrono montagne di riff, ben eseguiti e utili alla costruzione di un wall of sound non da poco.
Purtroppo manca qualcosa. A battere sui clichè, è facile stancare. Manca ancora quel piccolo elemento che doni al loro stile la giusta particolarità, quel tocco ricorrente che invogli a ripremere “play” a fine corsa. In 31 tracce, troppe volte si rivive lo stesso identico momento, senza che il sound poderoso sia sufficiente a compensare la sensazione. Nello scegliere la via dell’intransigenza, i Balatonizer hanno saggiamente optato per un approccio poco serioso, ma non sono riusciti a restituire mobilità a tutti gli episodi del lotto.
Neanche a dirlo, Occlused In Ottusity farà la gioia dei molti instancabili collezionisti di violenza underground, soprattutto se animati dalla sana voglia di promuovere la scena nostrana. Acquisto improbabile per i non avvezzi a sonorità Grind / Brutal; da valutare dopo una manciata di ascolti per chi ha già in agenda altre spese. Nonostante la relativà severità del voto a fondo pagina, colgo l’occasione per chiudere con un personale plauso ai Balatonizer, buoni esponenti di un genere che in Italia non sempre è considerato a dovere.
Matteo Bovio
Tracklist
01. Intro
02. Muscular Prevarication
03. Corporal usupuration
04. Ciccio Tagliavia
05. Caimmè
06. Anfame
07. C.E.P.
08. Petra Lavica Etnea
09. Abominations Of Triviality
10. Diabolos
11. Occlubinate Eyes Convergence
12. Scacciateista
13. Pulverization After Intimidation
14. Inebetit
15. Eaten
16. Cerebral Regression
17. Guttural Satisfaction
18. Macabrotic Poetry
19. Microscopic Brain
20. From The Obsolation To The Obleteration
21. Putrification Of The Mind
22. A’ Cinta Co
23. Sbigottit
24. Primitivity 46
25. Reborn In ignorance
26. Se So Sa
27. Sucaman
28. Ottenebrated Perseveration Through Mental Disorder
29. Occlused In ottusity
30. Anal By Anal
31. Tristeza
Video track – “Muscular Prevarication”
Line Up
Mario Musumeci – vocals
Marco Failla – guitars / programming
Rodan Di Maria – bass
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