Recensione: Odd Ethics [EP]
Quattordici minuti. Solo quattordici minuti. Tanto basta ai toscani Humangled per dimostrare il netto, deciso salto di qualità compiuto negli ultimi due anni. Cioè, da “Fractal”, full-length che ha discograficamente preceduto (male, a parere di chi scrive) questo EP, “Odd Ethics”, uscito nella tarda primavera scorsa con la label statunitense Abyss Records.
La storia del combo di Pontedera, iniziata nel 1994 con il moniker Putrid Sequence, è stata costellata da mutamenti stilistici, cambi di formazione, split-up e reunion. Il nucleo storico formato dal duo Andrew Goreds/Luke Scurb non ha mai mollato, però, e ora – davvero – pare essere maturato il tempo per sognare. L’aggiunta di un secondo chitarrista (Vhell Miscarriage) al fianco di Scurb e l’innesto di Frank Nichols (basso) al posto di Tat0 nonché l’avvicendamento di Fred Valdaster al posto di Raffaele Pezzella dietro alle pelli sembra aver dato nuova linfa alla band. Inoltre, l’aver usufruito dei servigi dell’onnipresente produttore/musicista svedese Dan Swanö (Edge Of Sanity) alla consolle di missaggio e masterizzazione dei celeberrimi Unisound Studios ha consentito di dar vita a un dischetto (registrato presso gli italiani Melt Studio) dal suono pieno, possente, profondo e professionale.
Un suono perfettamente adatto all’attuale stato evolutivo della musica dei Nostri, sempre incentrata su un death metal vecchia scuola; però dai ritmi più scanditi, più possente che veloce, ricco di rimandi al doom e alle sue tenebrose atmosfere. Con questa tipizzazione stilistica compare, nel sound, un deciso carattere e una notevole personalità. Il connubio old school death/doom non sarà magari originalissimo, tuttavia non è roba che si ascolti tutti i giorni. In più, l’EP mostra la necessaria omogeneità fra le canzoni, ben diverse fra loro ma incollate allo stesso marchio di fabbrica. Immersi in una fitta nebbia sulfurea, quindi, vagano i quattro pezzi di “Odd Ethics”, ben congegnati sì da essere memorizzati con relativa facilità – dato il genere proposto, certamente non orecchiabile. Anche l’alternanza fra growling e screaming è sufficientemente bilanciata e, anzi, nelle parti urlate è facile riconoscere, con un pizzico di nostalgia ma anche di piacere, uno stile vocale tipico del black/thrash-death italiano della seconda metà degli anni ’80 (Necrodeath, Schizo, …).
Il raggelante incipit di “Needles Of The Blind” è un azzeccato viatico al viaggio infernale figurato da Goreds e soci: riffoni massicci, asfittici e mid-tempo che si trascinano come un cadavere putrefatto caratterizzano la nuova era degli Humangled. “Skinned, To Feel All”, addirittura, fa da ponte temporale ai primordi del dark metal, quando c’erano solo i Black Sabbath e pochi altri coraggiosi a narrare i Canti di Ossian. I BPM salgono con “Smells Acrid”, seppur senza esagerare, nella costanza di un suono gustosamente marcio e corrotto. “Deny Your Creed”, infine, fra rallentamenti e accelerazioni, prova la via del refrain da mandare a mente, riuscendoci.
Gli Humagled, alla fine, sono la prova vivente che non è mai troppo tardi per tentare delle soluzioni artistiche diverse dal solito, anche quando gli anni di carriera sono tanti e, quindi, le posizioni stilistiche consolidate. “Odd Ethics” lascia intravedere un futuro interessante per gli appassionati del settore e, soprattutto, per l’ensemble tricolore che, probabilmente – data la buona riuscita di questo lavoro – aveva solo bisogno di una maggior fiducia nei propri mezzi.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. Needles Of The Blind 3:31
2. Skinned, To Feel All 3:55
3. Smells Acrid 3:25
4. Deny Your Creed 3:56
Durata 14 min.
Formazione:
Andrew Goreds – Voce
Luke Scurb – Chitarra
Vhell Miscarriage – Chitarra
Frank Nichols – Basso
Fred Valdaster – Batteria