Recensione: Odyssey
Incidere un disco live dopo due sole prove di studio è un’operazione che fa storcere il naso, almeno secondo me. Una di quelle operazioni, anche piuttosto rare nel panorama metal, riservate a proposte leggere, di facile presa, che ottengono la fama in breve tempo e l’oblio in meno, se non, sempre per quanto concerne il metal, l’odio del pubblico più conservatore ed amante dell’underground.
Fatto sta che questo è il caso dei Tesseract, band progressive britannica che negli ultimi anni è stata sulla bocca di molti grazie ad una proposta piuttosto particolare ed innovativa. Essendomi dunque perso i primi due dischi un po’ per ignoranza ed un po’ perché al tempo delle rispettive uscite avevo la testa rivolta a tutt’altro, ho colto l’occasione per prendere il live Odyssey per quel che è – una prova che fotografa la band dal vivo, ne presenta la proposta in maniera migliore rispetto ad uno stantio best of e tenta di accalappiare qualche fan in più. C’è da dire che gli inglesi centrano tutti e tre i punti.
Il live è diviso in due parti. La prima è su disco, che propone brani registrati dall’ultimo tour tra Europa e Russia – si sente la band invocare “Moscow” e “London”, vi è poi anche un brano dalla data romana. La seconda release (di cui non si dispone) è invece in DVD e ripropone l’esibizione del concerto dei Tesseract alla Scala di Londra lo scorso 14 novembre.
Sia quel che sia, da questo disco emerge la prova di una band in ottima forma, in particolare il singer, il rientrante Daniel Tompkins, qui nei panni di una vera bestia assatanata cui il diavolo in persona deve aver donato l’ugola d’oro. La band fornisce delle prestazioni da urlo, ed esser stati presenti ai concerti deve essere stata una grande esperienza. Da notare infatti che spesso i vari brani sono accompagnati dai cori del pubblico (Aprile, Nocturne, Acceptance). Interessante poi l’impostazione sonora del live, che mantiene intatti i suoni del pubblico, tanto che si sentono voci e commenti perfino in brani piuttosto tirati come Origin, cosa che lascia presupporre come i Tesseract siano innamorati dei live underground, ma pure del fatto che le location non dovevano essere particolarmente grandi.
Venendo alla musica poi, le aspettative sono state superate – un ottimo progressive metal spruzzato di djent e varie influenze (quelle orientaleggianti di Singularity ad esempio), distribuito su composizioni strutturate e cariche di ritmo. La qual cosa in sede live permette di scatenare furie furibonde tra il pubblico siccome di catturare i presenti con momenti atmosferici davvero ipnotici.
Odyssey risulta dunque una gran bella prova live che non mancherà di irretire i nuovi fan, ma che pure gli aficionados non dovrebbero farsi scappare, magari in digipack. Sembra strano, ma la bravura di una band alle volte basta a trasformare quella che sulla carta si presenta come un’operazione commerciale buttata lì per far due soldi in qualcosa di valido e gustoso. Bravi Tesseract.