Recensione: …Of Frost And War
Esordio al fulmicotone per questo supergruppo olandese: come un fulmine a ciel sereno, gli Hail Of Bullets irrompono sulla scena death metal con un disco che, nonostante si sia appena affacciato sul mercato, già può permettersi di dettare legge. Ma non c’è da stupirsene, viste le personalità coinvolte nel progetto: tutti i componenti del gruppo, infatti, provengono da gruppi death metal (e non solo) già affermati. Elencare tutte le numerose bands in cui ognuno di essi ha militato condurrebbe ad un ridondante listone, ma di certo possiamo evidenziare alcuni dei punti più importanti del loro curriculum. A spiccare maggiormente è senz’altro Martin Van Drunen, una delle voci più inconfondibili del death metal, famoso soprattutto per aver prestato la propria graffiante ugola ai Pestilence nella fase più brutale della loro carriera, e per aver marchiato a fuoco con le sue urla il periodo d’oro degli Asphyx (ai quali si è recentemente riunito); i chitarristi Paul Baayens e Stephan Gebedi, e il bassista Theo Van Eekelen, avevano tutti e tre già militato nei Thanatos, dunque fra loro l’alchimia era già ben consolidata; il batterista Ed Warby invece ha pestato le pelli in molti importanti gruppi metal, fra cui segnaliamo i Gorefest, gli Ayeron e i Demiurg. Con un background così, il risultato poteva essere uno solo: death metal vecchio stampo, dall’incredibile potenza e dal groove ricercato.
Ascoltare Of Frost And War significa fare un passo indietro nei primi anni ’90, quando il death metal viveva uno dei suoi periodi più prolifici e determinanti per quella che poi sarebbe stata la sua evoluzione. Attingendo alla brutale lezione di gruppi come Bolt Thrower, Autopsy e Massacre, e con una strizzatina d’occhio al death-doom sporco e grezzo di gruppi come Decomposed, Ceremonium e – guarda caso – Asphyx, gli Hail Of Bullets si propongono di investire l’ascoltatore con una bordata di inarrestabile violenza sonora. E diavolo se sono riusciti nell’intento! Chi già aveva ascoltato il Promo CD rilasciato dalla band qualche tempo addietro (le cui quattro canzoni sono tutte presenti anche su Of Frost And War), non potrà non notare il notevole cambiamento nella produzione: lo stile asciutto e chirurgico del demo, che donava al tutto uno squisito sapore retrò, è stato sostituito da un sound – cortesia di Dan Swanö – dall’inaudita potenza, un rimbombante assalto ai timpani dell’ascoltatore dove le chitarre hanno assunto un suono pieno ma al contempo tagliente come un rasoio, dove il basso costruisce un muro di pesantezza invalicabile, e dove la batteria si distingue per la sua pulizia.
La voce di Van Drunen, invece, credo non abbia bisogno di presentazioni: chiunque mastichi death metal sicuramente avrà avuto a che fare, in un modo o nell’altro, con le sue urla sguaiate e violente. La sua gola vomita odio allo stato puro, e il suo timbro a metà fra il growl e lo scream rende il suo stile abbastanza unico nel panorama estremo.
Il quadro descritto finora non dovrebbe lasciare dubbi: abbiamo a che fare con musica marcia, le cui atmosfere trasudano freddezza, disperazione, oppressione. Esatto, sto usando questi aggettivi in congiunzione ad un album old-school death metal. Ma non potrebbe essere altrimenti, dato il concept che i nostri hanno voluto sviluppare: la titanica Operazione Barbarossa, ossia l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Ricordata ancora oggi per essere una delle più impressionanti operazioni militari terrestri di sempre, gli Hail Of Bullets ne ripercorrono i drammatici eventi con la disincantata crudezza della loro musica.
Inquietanti tastiere e rumori di cingolati fanno da introduzione all’album: la guerra sta per cominciare. Si susseguono riff spaccaossa che sembrano descrivere il massiccio avanzare dei carri armati, mentre la batteria scandisce i tempi della marcia col suo incedere marziale; nel suono affilato delle chitarre riecheggia il freddo pungente del terribile inverno russo, nelle melodie dissonanti rivediamo i soldati che arrancano nel fango e nella neve; nei cupi rallentamenti sono rievocati i sanguinari campi di battaglia dove migliaia e migliaia di persone persero la vita.
L’album si snoda fra episodi più veloci e aggressivi, e altri più lenti, durante i quali compare addirittura qualche sprazzo di melodia; gli Hail Of Bullets riescono perfettamente sia a galvanizzare l’ascoltatore con violentissime cavalcate, sia trasmettergli un’apocalittica sensazione di oppressione con i frangenti più cadenzati. Tutte le tracce si assestano sullo stesso, ottimo livello: nessun punto debole in Of Frost And War.
Insomma, ci troviamo di fronte a signor disco. Gli Hail Of Bullets hanno composto un platter ispirato, eccellente sotto tutti i punti di vista, che s’impone immediatamente come una delle migliori uscite di metal estremo di questo periodo. Of Frost And War ci travolge in un assalto frontale dalla violenza incredibile (ma non senza un occhio alla melodia), ostentando orgoglioso una continuità qualitativa non comune. Ascoltando l’album è evidente la grande cura profusa nella sua realizzazione, così come il sincero entusiasmo che ha portato alla creazione di canzoni così coinvolgenti e ben fatte. Of Frost And War è un acquisto praticamente obbligato per ogni fan di death metal: gioielli di tale caratura non se ne vedono così spesso.
Giuseppe Abazia
Tracklist:
01 – Before The Storm (Barbarossa) (02:00)
02 – Ordered Eastward (04:42)
03 – The Lake Ladoga Massacre (04:45) (mp3)
04 – General Winter (05:52)
05 – Advancing Once More (05:07)
06 – Red Wolves Of Stalin (05:06) (mp3)
07 – Nachthexen (04:25) (mp3)
08 – The Crucial Offensive (19-11-1942, 7.30 AM) (04:21)
09 – Stalingrad (05:03)
10 – Insanity Commands (bonus track, solo sul digipak) (04:41)
11 – Inferno At The Carpathian Mountains (04:58)
12 – Berlin (06:31)