Recensione: Of Jupiter and Moons
Quarto album per i nostrani ‘Temperance’, dal titolo ‘Of Jupiter and Moons’ e disponibile dal 20 aprile 2018 via Scarlet Records.
Band di Melodic Heavy Metal di grande caratura, attiva dal 2013, si fa conoscere nel 2014 con l’album ‘Temperance’, al quale seguono nel 2015 ‘Limitless’ e nel 2016 ‘The Earth Embrances Us All’.
Dopo la pubblicazione del live ‘Maschere: a Night at the Theater’ nel 2017, il combo rientra in studio e registra quello che si può definire un ottimo disco: ‘Of Jupiter and Moons’ appunto.
Nella realtà non c’è molto da scrivere: le emozioni scaturiranno, non leggendo questa recensione che, per forza di cose, avrà sempre dei limiti, ma ascoltando la musica che uscirà dalle tracce dell’album.
Nonostante la storia del gruppo abbia visto diversi cambi di musicisti, tra i quali il più significativo è la sostituzione della Vocalist Chiara Tricarico con Alessia Scolletti, i Temperance mettono a frutto tutta la loro esperienza componendo un lavoro dal carattere frizzante ed armonioso, senza momenti di oscurità o pesantezza depressiva, non scostandosi, al contempo, dalle linee dell’Heavy Metal, miscelando in buona percentuale melodia e potenza.
Gli strumenti non si sovrastano uno sull’altro ma si amalgamano e si bilanciano bene tra loro, anche se, a mio parere, la chitarra poteva essere un pelino più presente; questo però non pregiudica assolutamente la riuscita del lavoro.
Ottime le prove delle versatili voci, al femminile di Alessia Scolletti e al maschile di Michele Guaitoli: la prima è dolce e melodica mentre la seconda è più forte e determinata, ma a volte succede anche il contrario e questo è un valore aggiunto all’album per la buone emozioni che suscita tale alternanza.
La sezione ritmica è massiccia, soprattutto nelle parti veloci, mentre le tastiere sono suonate senza carattere di pomposità, improntando enfaticamente le melodie e le armonie con il loro tocco epico.
‘Of Jupiter and Moons’ è composto da dieci tracce, ben collegate tra loro nonostante la loro variabilità.
L’apertura è affidata a ‘The Last Hope in a World of Hopes’, dall’inizio orchestrale esaltante che si ripercuote sul pezzo; questo è epico ed arioso con strofe al limite del lirico che prendono velocità fino a congiungersi con un refrain molto anthemico. La parte finale è una sezione musicale molto intensa che porta ad un breve assolo e poi alla ripresa della traccia.
Segue ‘Broken Promises’ dove la ritmica Metal è unita ad una corsa melodica del pianoforte. Poi inizia il cantato con strofe lente e controstrofe epiche che precedono un esaltante refrain. Una breve sezione rallentata crea un ponte con una strofa diversa molto potente che riporta al refrain maggiorandone la potenza.
Si giunge a ‘Of Jupiter and Moons’, che da il titolo all’opera; anche in questo caso le emozioni vengono fatte esplodere da una moltitudine di colori: melodie, velocità e potenza che raccontano una storia, con una sezione musicale dai toni ancestrali che conduce a strofe rallentate di forte emozione prima della ripresa.
La quarta traccia, ‘Everything that I Am’ è molto dolce e romantica e lo rimane anche nel momento che prende potenza e marzialità.
Arriviamo ad ‘We Are Free’, veloce e dinamica, carica di energia e di essenza Metal, con le voci che mettono in mostra tutto il loro carattere e la loro versatilità. La sezione musicale a metà pezzo pesta come un martello su un’incudine per trasformare la canzone improvvisamente in un pezzo dolce che, però, si ricarica subito. Il pezzo ci fa veramente sentire liberi.
Si prosegue con ‘Alive Again’, un tempo medio dai tenori drammatici che si risollevano in un’esplosione di energia e dinamismo.
‘The Art of Believing’ si muove di nuovo su binari veloci, con voci forti, melodiche ed epiche allo stesso tempo ed una fascia musicale dal sapore ‘settantiano’ che è una vera sorpresa. Un pezzo molto coinvolgente, soprattutto quando Alessia dimostra una grinta fuori dal comune ed una grande capacità di dominare la propria voce sui toni alti.
‘Way Back Home’ tira fuori tutto l’Heavy Metal che scorre nelle vene dei cinque ragazzi. Il brano è una bomba ad alto potenziale. E’ uno dei pezzi migliori dell’album.
Siamo in fase finale; ‘Empires and Men’ è un pezzo dolcissimo. Al titolo non si può affiancare altro che la parola ‘grande’. Con un minimo di polemica, molti artisti di altri generi, senza nulla togliere loro, dovrebbero prendere esempio dei Temperance su come si scrive un pezzo lento.
‘Daruma’s Eyes (part. One)’ chiude il lavoro: è una suite di oltre sette minuti (il brano più lungo dell’album) e contiene tutto quello che è l’essenza del Melodic Power Metal: attacco maligno che sfuma, marzialità, modernità, strofe veloci, assoli, parti epiche, voci in perfetta sincronia, una sezione musicale da brivido, rallentamenti ed accelerazioni oscure, finale potentissimo con le voci al massimo che dimostrano fin dove possono arrivare. Un ottimo pezzo per chiudere un grande album.
Altro da dire non c’è: lavoro sicuramente da ascoltare, formato da tracce che avranno un grande impatto dal vivo. Con ‘Of Jupiter and Moon’ i Temperance si vanno ad attestare tra le migliori band del loro genere.