Recensione: Of Love and Soul
E’ sempre sottile il confine che divide immediatezza da ruffianeria, modernità da modernismo, ma i nostrani Green dimostrano di saper danzare sul ciglio del burrone con la sontuosa naturalezza dei veterani. Eppure questo Of Love and Soul è soltanto il secondo album della band fiorentina, giovane ma già pronta a dimostrare di aver fatto tesoro dell’esperienza dal vivo a fianco di titani quali Royal Hunt, Glenn Hughes e Talisman.
E’ dunque un rock attuale e decisamente melodico, non privo di qualche velleità AOR, quello incarnato dal suo sound, animato però da quel pizzico di cattiveria necessario per distaccarsi dai morbidi baldacchini del pop, conficcando tra i cuscini della melodia una lama elettrica brandita con mano salda e virtuosa.
Si parte così con la hit da radio Receive Me, attraversata da armonie elettroniche che potrebbero addolcirne troppo l’impatto, se non intervenissero a dar man forte le vigorose chitarre elettriche, protagoniste di qui sino alla fine dei giochi. C’è da credere che se canzoni di questo tipo fossero scritte da realtà più blasonate, il successo commerciale destinato ad arrider loro sarebbe ben altro. Tra le armi vincenti del combo toscano si annoverano senza dubbio i refrain, consacrati a un’orecchiabilità tutta americana, che si ficcano nella mente fin dal primo ascolto senza apparire per questo stucchevoli o scontati. E’ questo il feeling radicato in brani diretti ed efficaci come la sfavillante Hate Me, irresistibile nel suo arrembante incedere tra ritmiche incalzanti e cori fastosi, o la semi-acustica Baby Tell Me Why, per certi versi affine al Bon Jovi prima maniera ma più aperta nelle linee vocali.
C’è da dire che al servizio di questo sound fresco e frizzante si allinea un gruppo di strumentisti di prim’ordine. Lo dimostrano le brillanti escursioni strumentali in fase solistica, vetrina per individualità capaci di fare di tecnica ed espressione un unico suono, e lo ribadisce la lunga title track posta in coda alla sfilata: nove minuti e più che strizzano l’occhio alla vivace tradizione progressiva, tuffandosi nel ricco mare dei primissimi anni novanta, quelli in cui furono scritti i manifesti del genere.
Certo non manca qualche passaggio meno ispirato. È il caso dell’altalenante No Return Journey, adagiata su percorsi armonici pigri e un po’ prevedibili, ma soprattutto disturbata da fastidiose backing vocals in semi-parlato che compromettono gli spunti degni di nota emersi nei frangenti più evocativi. Si tratta fortunatamente di un episodio isolato, che non compromette affatto le ottime impressioni suscitate dal resto della scaletta.
Quando una band riesce a offrire una provata tanto matura e convincente, non si può certo parlare di promessa: i Green sono a tutti gli effetti una bella realtà della scena hard rock italiana, e Of Love and Soul sta qui per dimostrarlo. Amanti di rock e melodia fatevi avanti, non ve ne pentirete.
Tracklist:
1 – Receive Me
2 – Fight For Truth
3 – Do It Now
4 – Hate Me
5 – There’s No Wind
6 – Freedom
7 – No Return Journey
8 – Baby Tell Me Why
9 – One Day
10 – Of Love And Soul