Recensione: Oh Yeah Revolution
Italiani: mafia, canotta bianca, baffi neri e macchina rossa. Spaghetti e mandolino.
Americani: megalomani obesi e senza storia.
Tedeschi: gran bevitori di birra e dotati di pessimo gusto.
Questi sono solo alcuni degli stereotipati (e non poco razzisti ) luoghi comuni che conosciamo.
Certo che, onestamente, questi The Pleasures ( tedeschi), di buon gusto ne hanno ben poco!
Visitando il loro myspace restiamo momentaneamente (e pericolosamente, se loro fossero presenti) a bocca aperta: veniamo investiti da una moltitudine di colori e atteggiamenti volutamente trasgressivi.
I nostri amici “glamsters” vengono ritratti in foto dove si esibiscono in esilaranti “trenini”, ed il video di “Juicy Jacuzzi” è davvero un concentrato di gags tanto divertenti quanto di cattivo gusto. Il singer sculacciato con una chitarra elettrica, il batterista che si esibisce con mollette sui capezzoli, il bassista che succhia voluttuosamente un lecca-lecca.
Se a tutto questo aggiungiamo che i nostri non hanno nemmeno “le phisique du role”, beh, possiamo solo sperare che la band sia consapevolmente auto ironica al pari dei grandi (per citare un nome ) Turbonegro.
Preparati al peggio, premiamo il tasto Play sul nostro lettore.
Una breve e interessante intro strumentale, dai suoni inaspettatamente ben più pesanti di quelli che potevamo aspettarci, ci prepara al primo episodio di questo lavoro.
“Parade Parade” ci colpisce in modo diretto come un pugno allo stomaco: un incrocio tra 69 Eyes e T-Rex, ci porta a fare immediatamente headbanging e ad alzare virtualmente i pugni al cielo in concomitanza con il trascinante ritornello.
“Some Like It Rock”, il secondo brano, è invece pesantemente influenzato dai Cure (e un pizzico di Bob Geldof ) più allegri e solari. Un pezzo decisamente “happy” , breve e godibile.
“Freedom” parte bene, con una tastiera “ottantiana”e un riff di chitarra stra-abusato ma decisamente funzionale. Il problema è l’imbarazzante ritornello (“freedom – now and ever – freedom – free forever – freedom to the world” ). Un’occasione persa. Peccato.
Anche “Skullhammer” è un passaggio decisamente trascurabile, in cui i nostri non trovano il giusto “groove” per trascinare l’ascoltatore nel loro presunto circolo vizioso di trasgressioni e sedicente vita dissoluta.
E’ finalmente con “Honeymoon in Venice” che i The Pleasures dimostrano di quale pasta sono fatti: una canzone ben riuscita, potente e diretta, con quel ritornello che la band cerca per tutto il disco.
Un brano da ballare nei rock club e da cantare a squarciagola, imitando il timbro baritonale del singer. Una canzone impreziosita da trovate decisamente kitch, come un organetto che sa tanto di Senna (e non di laguna) e una tromba “rubata” ad un film di Robert Rodriguez.
Ben riuscita la successiva “When You’re Dead”. Un cantato debitore al Duca Bianco e un arrangiamento da musical glam-rock, ci fanno immaginare un ipotetico duetto tra “extraterrestri”. Il mitico e fascinoso transessuale Frank-N-Furter, proveniente dal pianeta Transexual, Transylvania e il “bowieano” Ziggy Sturdust.
L’immancabile ballata prende forma in “October 29”, una traccia abbastanza lineare ma piacevole in cui protagonista assoluto è uno splendido pianoforte.
I già citati T-Rex, vengono coverizzati con “Children of The Revolution”, nella quale le influenze maggiormente “industrial” e moderne sono ben evidenti, ma il tutto con un occhio rivolto al passato (bello il coro in falsetto, giusto tributo alla band di Bolan ).
Il disco, intitolato “Oh Yeah Revolution” sembra a questo punto ormai decollato.
Una bella “Voyeur”, che sembra citare i Rammstein, forte di una produzione davvero splendida, ci coinvolge non poco, al punto che stentiamo ad immaginare i nostri colorati e ambigui tedeschi suonare in modo così heavy.
Arriva poi la famigerata “Juicy Jacuzzi”.
Il singolo scelto dalla band è ben suonato, coinvolgente e parecchio “glam metal”. Non distratti dall’esilarante videoclip, riusciamo a concentrarci sul brano che risulta piacevole e scorrevole. “Please don’t let the music die” è veloce, mai banale e sicuramente ben riuscita ma, nonostante queste considerazioni, l’ombra di un filler, di un “brano riempitivo”, incombe pesantemente sulla dodicesima (dodicesima? E ce ne sono altre?) traccia.
Il vero capolavoro e brano manifesto di questo platter è (oltre la sopra menzionata “Honeymoon in Venice”) la bellissima “Glitter Doesn’t Sparkle Without Light”. Ad iniziare da un titolo splendido e poeticamente glam, i The Pleasures ci riportano negli anni 70.
Un pezzo dall’arrangiamento curato ed intelligente, che fungendo da macchina del tempo ci fa volare in un club inglese, tra zatteroni e glitter, tra make up e capelli cotonati, tra abiti aderenti e sesso, tra musica e trasgressione, tra sogni e poesie. Chiacchieriamo di rossetti con Bowie, di abiti con Gary Glitter, offriamo da bere a Marc Bolan, ed ai Mott The Hopple , jammiamo con Lou Reed. Parliamo dei nostri sogni con i Roxy Music.
Nemmeno l’ultimo brano ci aiuta a tornare da quello splendido periodo, in quanto “Off The Wire” prosegue il discorso decisamente glam settantiano, abbandonando gli arrangiamenti più moderni e i suoni più hard a favore di un pezzo ben riuscito, dolce e poetico.
Concludendo, ci si rammarica solo per la presenza di qualche pezzo di troppo.
Se i nostri colorati tedeschi avessero focalizzato l’attenzione sui passaggi migliori, forse, e dico…forse, ora staremmo parlando di un gran disco.
“Oh Yeah Revolution” è, ad ogni modo, un ottimo cd, ben suonato, splendidamente prodotto e presentato decisamente e volutamente male. I The Pleasures esagerano quasi in tutto, a cominciare dal look, arrivando a scimmiottare incomprensibilmente un genere da loro tanto venerato e musicalmente ben tributato.
Ma qui si parla di musica no? Allora ascoltatevi questo disco mentre rubate lo smalto colorato alla moglie/sorella/fidanzata, io cerco il mio rossetto e ci vediamo dopo al “solito” locale.
Mi trovate al banco con Ziggy…
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Tracklist:
01. Awesomesauce
02. Parade Parade
03. Some Like It Rock
04. Freedom
05. Skullhammer
06. Honeymoon In Venice
07. When You’re Dead
08. October 29
09. Children Of The Revolution
10. Voyeur
11. Juicy Jacuzzi
12. Please Don’t Let The Music Die
13. Glitter Doesn’t Sparkle Without Light
14. Off The Wire
Line Up:
Dancette Pleasure – Voce, Synth
Lord Pleasure – Voce, chitarra
Neo Patra Pleasure – Voce, chitarra
Disco Pleasure – Voce, batteria
Sensai Pleasure – Voce, basso