Recensione: Ol3mare
Il loro nome probabilmente vi sarà nuovo, ma i Wounded Knee sono una realtà della scena prog dello stivale da ormai dodici anni. “Ol3mare” è infatti già il terzo lavoro da studio di una band ancora relegata ai meandri di un undeground da cui, almeno stando a quel che si può sentire su questo full-length, meriterebbe probabilmente di emergere.
Non lasciatevi ingannare dall’ingenuità di un titolo che gioca in modo piuttosto banale con parole e numeri: i musicisti all’opera su questo disco sono tutt’altro che dilettanti. Forti di uno stile che richiama da vicino la tradizione progressive tricolore dei vecchi tempi – si parla degli anni settanta, naturalmente – irrobustito da un sound hard ‘n heavy piacevolmente old-style, i Wounded Knee offrono un saggio delle proprie capacità nel corso di dieci tracce cantate interamente in lingua madre.
L’arrembante “Nel nome di…” e la camaleontica “L’avvisione” aprono le danze con stile e personalità: grinta, competenza tecnica e un gusto raffinato per le melodie, avvincenti e mai banali, si rivelano fin da subito le carte vincenti della band. In un paio di occasioni l’uso della voce tenore aggiunge un ulteriore elemento di fascino alle composizioni più brevi: così accade nell’intro “Oltremare”, e di nuovo sulla mediana “Semenza”.
Sulla seconda metà dell’album, meno prodiga di sorprese rispetto alla prima, spicca non solo per lunghezza la sofisticata “Una Sorta di Scoperta”. Colpiscono in particolare le evoluzioni di una chitarra agile e autorevole, dispiegate con naturalezza su un tappeto ritmico in continuo mutamento. Il finale dell’album trascorre scorrevole, senza intoppi ma anche senza grandi acuti, con la cover “Il giudizio”, tratta del debut “La Bibbia” (1971) dei nostrani Il Rovescio Della Medaglia, che risolleva l’attenzione grazie a un’interpretazione carica di personalità, decisamente più marziale e heavy rispetto all’originale.
Proprio la scelta di riproporre un brano di una band che non è solita essere annoverata tra i grandi nomi del genere, insieme all’elevato tasso di elaboratezza delle tracce – che si traduce in una lunghezza media piuttosto elevata – sembra indicare un’implicita presa di posizione da parte dei Wounded Knee. La band pare infatti determinata a portare avanti un suo discorso musicale, ricercato e per così dire di nicchia, anche a costo di giocarsi le simpatie dei neofiti, che potrebbero rimanere facilmente confusi e spaesati. Ma non scendere a compromessi col mercato dopo dodici anni di gavetta è un segno di non comune coerenza che merita rispetto, e senza dubbio i cultori del genere sapranno riservare il giusto apprezzamento al lavoro di questi ragazzi.
Tracklist:
1. Oltremare (1.39)
2. Nel Nome di… (5:29)
3. L’avvisione (8:20)
4. Cargo (7:35)
5. Semenza (2:32)
6. Buscar Burrasca (5:51)
7. Una Sorta di Scoperta (9:05)
8. L’Altrasmissione (6:57)
9. Inconclusione (6:35)
19. Il Giudizio (8:14)