Recensione: Omen

Di Giuseppe Abazia - 27 Giugno 2010 - 0:00
Omen
Band: Soulfly
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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85

Se con Dark Ages, nel 2005, Max Cavalera aveva mostrato un rinnovato interesse per il thrash metal (andando a comporre uno degli album più belli di tutta la sua carriera), e se Conquer, un paio d’anni orsono, aveva rappresentato il definitivo riaffermarsi di tali sonorità, Omen costituisce la sorpresa. Sì, la sorpresa, perchè dopo un episodio tiratissimo e qualitativamente eccellente come Conquer, probabilmente non erano in molti ad aspettarsi un album ancora più violento, ancora più pesante, ancora più fedele alle radici. I Soulfly, invece, dimostrano che le loro intenzioni sono più che mai serie, e che il tempo serve solo a forgiarli più dirompenti ed esplosivi.

A volte è quasi con timidezza che si tirano in ballo paragoni fra le ultime fatiche di Max e il suo glorioso passato coi Sepultura; è quasi con timore reverenziale che si fanno nomi quali Beneath The Remains, Arise, Chaos A.D., Roots. Invece è proprio il caso di dirlo: è la linfa di quei dischi a scorrere nelle ultime produzioni dei Soulfly (e dei Cavalera Conspiracy, per restare in tema): la forma è un po’ diversa, più moderna, plasmata da anni e anni di esperienza e di maturazione artistica, ma sono senza dubbio quell’entusiasmo, quella passione, quell’aggressività a costituire l’anima di un album come Omen. Gli antichi capolavori dei Sepultura restano intoccabili, e probabilmente continueranno a rappresentare il metro di paragone assoluto con cui ogni lavoro targato Cavalera dovrà rapportarsi, ma d’altro canto sarebbe pregiudizievole fossilizzarsi a tutti i costi sul passato, specialmente se quel passato, ora più che mai, è in grado di rivivere in album così stilisticamente vicini ai tempi d’oro.

Appena inserito il CD di Omen nel lettore, è subito chiaro con cosa abbiamo a che fare: l’album ci catapulta immediatamente nel bel mezzo dell’apocalisse fra riff impazziti e fra i devastanti ruggiti di Max, e quando poi verso metà della prima canzone sopraggiunge l’assolo di chitarra, diventa lampante che siamo solo all’inizio di un viaggio che sarà in grado di riservare più di una sorpresa. Lo stile è quello tipico di casa Cavalera, che praticamente qualunque ascoltatore mastichi un po’ di thrash conosce alla perfezione, per cui non è il caso di soffermarsi a descrivere sonorità che praticamente sono parte integrante della storia del metal; vale invece la pena di spendere qualche parola su come Omen, pur non inventando nulla di nuovo, riesca a suonare così dannatamente coinvolgente e galvanizzante. Sarà l’incredibile potenza vocale di Max, sarà il groove trascinante, saranno i riff spaccaossa, saranno i fantastici assoli del talentuoso Marc Rizzo, ma il punto è che Omen vince. Vince perchè poggia su formule collaudate, che sono però in grado di rinnovare la propria carica grazie ad un’ispirazione compositiva schietta, capace di dividersi sapientemente fra passato e presente; vince perchè consta, molto semplicemente, di ottime canzoni. Rispetto a Conquer, le influenze esterne al metal che hanno sempre accompagnato i Soulfly sono ridotte ancora più all’osso, il che rende Omen un platter particolarmente massiccio e pesante, forse il più pesante della loro carriera: il perno principale attorno a cui ruota lo stile è il thrash, del sano e violentissimo thrash (condito da consistenti dosi di hardcore), la cui potenza è perfettamente delineata da una produzione che esalta la cupezza delle chitarre, la densità del basso, e in generale la compattezza del sound. Le tracce si mantengono tutte su livelli alti, e la loro eterogeneità consente all’album di risultare interessante per la sua intera durata; a volte è la pura velocità a prevalere, a volte è la possenza del groove a coinvolgere, ma quel che è certo è che con Omen non c’è mai rischio di annoiarsi, grazie alla varietà del songwriting e alla travolgente impetuosità del sound. Da segnalare, infine, la presenza dei contributi vocali di Greg Puciato (The Dillinger Escape Plan) e Tommy Victor (Prong) in un paio di tracce.

Ancora un centro pieno per il buon Max, che sforna uno dei capitoli più aggressivi della sua carriera, ribadendo a chiare lettere di avere ancora molto da dire. Omen è un disco eccellente, che scolpisce nel granito l’importanza dei Soulfly quale una delle band di punta della scena thrash moderna, e dal quale traspare una passione assolutamente inesauribile per la musica; da acquistare ad occhi chiusi per ogni fan dello stile Cavalera, per gli estimatori dei vecchi Sepultura, e in generale per gli appassionati di thrash metal, che non potranno che restare catturati dalla sua carica distruttiva.

Giuseppe Abazia

Tracklist

01 – Bloodbath & Beyond (2:31) (myspace)
02 – Rise of the Fallen (Featuring Greg Puciato of The Dillinger Escape Plan) (4:35) (myspace)
03 – Great Depression (3:57) (myspace)
04 – Lethal Injection (Featuring Tommy Victor of Prong) (3:05) (myspace)
05 – Kingdom (3:55) (myspace)
06 – Jeffrey Dahmer (2:52) (myspace)
07 – Off With Their Heads (4:22) (myspace)
08 – Vulture Culture (4:01) (myspace)
09 – Mega-Doom (3:04) (myspace)
10 – Counter Sabotage (3:50) (myspace)
11 – Soulfly VII (Instrumental)

Deluxe Edition Bonus Tracks

12 – Four Sticks (Led Zeppelin cover)
13 – Refuse/Resist (Sepultura cover)
14 – Your Life, My Life (Excel cover)

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