Recensione: Omen Ex Simulacra

Di Matteo Concu - 6 Dicembre 2013 - 0:01
Omen Ex Simulacra
Band: Ævangelist
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2013
Nazione:
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85

 

Nel giro di un anno, gli Ævangelist del cappellaio matto Matron Thorn, hanno fatto uscire la bellezza di due full-length, un EP e uno split con gli amici Esoterica. Siamo ormai abituati alla prolificità di quest’artista, e infatti basterebbe citare i Benighted In Sodom – il suo progetto black metal – in cui la quantità delle uscite va a discapito della qualità musicale.

Tutt’altra cosa se parliamo degli Ævangelist, dove il nostro Matron è riuscito a trovare il suo spazio per creare un alienante parto macabro in salsa death/dark ambient. Il primo album “De Masticatione Mortuorum In Tumulis”, dell’anno scorso, ha sconvolto non poche orecchie e menti con il suo mix malato di Godflesh, Blut Aus Nord, Portal e cugini neozelandesi. Il tutto unito da tappeti di synth allucinanti, perfetti per definire il macabro concept attorno al disco.

Bene, probabilmente nell’anno trascorso gli Ævangelist hanno distorto e implementato al cubo il caos del disco precedente. Tutto si è fatto ancora più buio e pesante, tanto da far sempre il debut un lavoro di death metal melodico. Ai primi ascolti, la natura repellente del CD tende a far allontanare dal medesimo. Schizzi di acido e veleno vengono sputati violentemente sull’ascoltatore, il giusto per allontanare i fan dai gusti poco nobili e poco orientati a scoprire cosa si celi nel profondo. Ascoltando “Omen Ex Simulacra”, oltre ai soliti nomi citati sopra, potremmo citare anche le pazzie rumoriste e metalliche del catalogo della Crucial Blast: i Nostri hanno tanto da spartire con Nekrasov, le follie di Mories e i suoi Gnaw Their Tongues, gli italiani Rotovartor o i deliri malati noise e dronici di Lee M. Bartow e dei suoi Theologian. Probabilmente questa sarebbe l’etichetta perfetta per accogliere gli Ævangelist. Solo i più coraggiosi riusciranno a resistere al massacro, fino ad arrivare a gustarsi questa simpatica oretta in compagnia dei cenobiti di Hellraiser e un Alien che non mangia da due settimane, il tutto monitorato da HAL 9000. Squarci spazio tempo e strani liquami infestano la tua cameretta. Inoltre, quest’ultima si riempirà di strane uova, le quali si aprono facendo apparire strani organismi pronti a colpirti per depositarti dentro l’ovetto Kinder che ha, come sorpresa, un piccolissimo Alien. Le esalazioni e le visioni deliranti durante l’ascolto sono un’orgia del terrore più vero, dove Matron Thorn che dirige è Caronte, il trasportatore di vittime (in questo caso, noi ascoltatori) nelle rive dell’Inferno. Le urla che sentite nel sottofondo, non sono altro che i protagonisti di questo infausto viaggio.

“Veils” apre i portali del tormento e della paura, introdotta da strani rumori ambientali che, con il passare dei minuti, aumentano le urla e i cigolii, devastando il nostro apparato nervoso per il seguire del brano. Quello che abbiamo appena sentito è solo un piccolo assaggio, i restanti sette pezzi si muovono tra passaggi velocissimi e debitori del più classico death metal, e rallentamenti doom, in cui la paura aumenta giacché non si riesce a scorgere da quale direzione avverrà il prossimo attacco.

Quando un disco riesce a farti sudare freddo, farti cambiare una scorta mensile di Pampers, tenendoti attaccato alla sedia per più di un’ora, vuol dire che si è fatto completamente centro. Quest’anno in fatto di death metal e i suoi orrori ne abbiamo sentite delle belle, da “Vexovoid” dei Portal sino al nuovo disco degli Ulcerate. “Omen Ex Simulacra” chiude in bellezza questo storico 2013. Compratelo e preparate il pannolone, vi servirà.

Matteo Concu
 

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