Recensione: Omniverse Consciousness

Di Gianluca Fontanesi - 12 Ottobre 2024 - 0:39
Omniverse Consciousness
Band: Doedsmaghird
Etichetta: Peaceville
Genere: Avantgarde  Black 
Anno: 2024
Nazione:
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80

Le vie di Vicotnik sono infinite.  Dopo un capolavoro come Black Medium Current, il leader dei DHG si ripresenta sul mercato discografico in maniera inaspettata e relativamente presto con un monicker che è tutto un programma: Doedsmaghird. Il nome offre un leggerissimo, appena percettibile riferimento all’entità madre e, quello che in apparenza sembra uno scherzo per vendere il solito materiale sotto tono e battere il ferro fin che è caldo, si rivela prestissimo un lavoro incredibile.

Continua infatti lo stato di grazia dell’artista norvegese che, in questi anni, ci ha viziati con perle di rara bellezza. Omniverse Consciousness, nonostante non abbia la grazia e la poesia dei DHG, ne è musicalmente il fratellino bastardo e anarchico, che si permette di sperimentare ancora di più cercando dimensioni metafisiche e visionarie. Doedsmaghird è un progetto stilisticamente più black e più estremo, ma allo stesso tempo presenta più elettronica e più soluzioni atipiche. Vicotnik ritrova in questa sede anche la ferocia in parte accantonata negli ultimi lavori e macina riff come se non ci fosse un domani: Then, to Darkness Return è emblematica in questo senso, picchia come un’ossessa e ben si sposa in ogni caso con tutto il resto.

Come sempre le chiavi di lettura per lavori del genere sono contaminazione, esplorazione e l’essere musicalmente disposti a tutto. Doedsmaghird si colloca nello stesso sottoinsieme dei DHG in compagnia di Akhlys, Schammasch, Dødsengel e tutte quelle band che negli ultimi anni stanno spostando l’asticella del black metal verso vette assurde e inimmaginabili. Artisticamente qui si gioca un campionato a parte e, nonostante qualche momento dove ci si perde e si esagera un po’, il materiale proposto è di qualità altissima.

La produzione è low fi ma non in maniera esagerata; si riesce a comprendere ogni singola nota e il lavoro ne giova parecchio. La copertina, ad opera dello stesso Vicotnik, inquadra perfettamente ciò che si andrà ad ascoltare e sembra il videogioco Journey visto da un ubriaco. Geniale, quindi, Vicotnik in questo momento trasforma in oro tutto ciò che tocca e non è poco. Black Medium Current suonerà ancora per anni nei vostri riproduttori, ma vi consigliamo di ritagliare anche un po’ di spazio per Omniverse Consciousness; sono due entità diverse ma legate da un filo conduttore perfettamente distinguibile, e che le rende quasi inseparabili.

 

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