Recensione: On Fire
I Mastercastle tornano alla ribalta con il quarto album e una piacevole novità: dietro le pelli troviamo un personaggio che ha suonato con Malmsteen, Jorn, gli Ark, i Riot, i TNT e tantissimi altri. Stiamo, ovviamente, parlando di John Macaluso. Illustre innesto a parte, il nuovo capitolo a firma Mastercastle porta con sè diverse piacevoli conferme e alcune innovazioni. Partendo dalle prime, il gusto compositivo della premiata ditta Gonella-Gueglio (rispettivamente chitarra e voce della band) dà prova di grandissima versatilità andando a comporre un album che esplora numerose varietà sonore.
Andando ad esplorare la natura dei singoli brani, vi sono pezzi più power-oriented (Silver Eyes, Leaden Roads) e canzoni che si dividono tra un approccio moderno (Chains) e armonie a tinte gotiche (Titanium Wings). Insomma, la gamma di suoni toccati dal quartetto è cresciuta considerevolmente, evolvendosi da ciò che era partito come power metal fino a diventare una commistione coerente di diversi stili. Un particolare plauso, in questo senso, va alla voce di Giorgia Gueglio, versatile e incredibilmente capace di adattarsi agli umori dei singoli brani, ma anche al gusto chitarristico di Pier Gonella, axe-man che fa emergere la sua predilezione neoclassica lungo i solchi dell’intero lavoro, soprattutto in fase solista. A questo proposito vale la pena citare l’highlight assoluto di On Fire, ovvero Quicksilver, titolo che già fa presagire ciò che verrà ribadito dalla canzone: brano veloce, melodico e catchy con chiari riferimenti al buon Yngwie, per la gioia delle nostre orecchie. Ultimo membro della band da citare, ma non certo il meno importante, è il bassista Steve Vawamas, che con il suo contributo fornisce forza, compattezza e potenza al sound dei Mastercastle.
Parlando di suoni, va detto che, dal punto di vista della produzione, non sempre la band rende al massimo. Sembra, infatti, che il mixaggio limiti e l’onda d’urto altrimenti sprigionata dal gruppo. Questo dettaglio, purtroppo, influisce nella riuscita finale, anche se il livello compositivo è indiscutibile. Oltre a ciò, va anche detto che l’opera è piuttosto breve: meno di 40 minuti per apprezzare la quarta fatica dei Mastercastle.
In conclusione, l’indiscutibile valore della band emerge da ogni solco virtuale che compone il dischetto di On Fire, ma alcuni dettagli potevano sicuramente essere curati meglio. Niente di compromettente, per carità, ma piccoli accorgimenti che avrebbero reso un’opera già ottima, assolutamente imperdibile.
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