Recensione: On Our Last Day
Introdotto da uno stralcio del film “Orwell 1984”, arriva il tanto atteso esordio dei Prodigal Sons, Heavy act bresciano che si era già fatto notare grazie a due demo, il secondo dei quali sfocia direttamente in “On Our Last Day”, regalando ben due brani che brillano della nuova luce conferita dai ragazzi lombardi.
L’ultimo acquisto Andrea Folli, porta con sé linfa da riversare nei soli del qui presente debut album, differenziandosi per caratteristiche stilistiche col più “tagliente” Daniele Galante, ascia storica dei ‘Sons.
Sforziamoci di immaginare, per chi non si fosse ancora accostato alle sublimi melodie in questione, una commistione del sound Maideniano più ragionato, ricoperto dell’elegante epicità propria dei sempreverdi Virgin Steele, il tutto eseguito con una squisita predisposizione verso l’orecchiabilità e, non da ultimo, impreziosito dall’altissima ugola di Gabriele Tura, pezzo da Novanta nel nuovo underground Heavy italico.
Song dirette quali “V”, “Banquet To The Gods” (da citare lo special guest Guido Tiberi, direttamente dagli Axevyper) o ancora la divina “Zeus”, riempiranno i cuori metallici, quelli che amano le romantiche barbarie e che, al fianco di poderosi riff e ritmi decisi, non disdegnano mai concessioni melodiche, qui espresse ai massimi livelli di qualità, senza dimenticare l’ aggressività di “The Sacred Land”, con il contributo ai ritornelli da parte di John Falzone, poderoso frontman degli US Metaller Steel Assassin.
Ancor più soavi quando rallentano, i cinque della Leonessa d’Italia sanno colpire il centro con emozionanti episodi come “Deception From Heaven”, la title track (con l’ossatura di pianoforte a cura del batterista Matteo Tura), o ancora la lunga e struggente “I Dream Of Hope” che, se non bastassero le precedenti, fuga qualsivoglia dubbio sulle capacità di songwriting dei giovani Prodigal Sons.
Sono oltremodo convinto che gruppi come questo avrebbero un altro tipo di risonanza in mercati dove l’HM non è solo una nicchia per gli appassionati, cionondimeno un disco come “On Our Last Day” godrà di visibilità anche all’estero, tanti sono i meriti compositivi ed esecutivi del quintetto di casa My Graveyard.
Forse una produzione più “pompata” avrebbe regalato maggiore spessore ai brani dei Figlioli di Brescia ma, credetemi sulla parola, quando si arriva in fondo e, la ciliegina su una torta già squisita, è la cover di “Red Sharks” dei Crimson Glory, cantata in modo commovente da Gabriele in memoria di Midnight (R.I.P.), tutto è perdonabile.
In definitiva una delle uscite di Heavy Classico più interessanti in questo 2012, i Prodigal Sons ci rendono fieri di ascoltare un certo tipo di Musica, sì per pochi ma, in questo caso eletti, sicuro che il “…Last Day” del titolo sia al contrario l’inizio di una luminosa storia!
Alessio “Alemosh” Aondio
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Tracklist:
1. 1.9.8.4.
2. V
3. Banquet To The Gods
4. Let Us Speak
5. Deception From Heaven
6. Zeus
7. On Our Last Day
8. The Sacred Land
9. I Dream of Hope
10. Red Sharks (Crimson Glory Cover)
Line-up:
Gabriele Tura: voce
Daniele Galante: chitarra
Andrea Folli: chitarra
Massimiliano Luterotti: basso
Matteo Tura: batteria