Recensione: On the Line
Tempo di reunion anche per un’altra vecchia conoscenza del panorama glam angelino della seconda metà degli anni ’80: i Vain. Ora, se il più degli split erano giunti dopo qualche episodio deludente o semplicemente sottotono – se non per qualche problema in line-up o con la legge – altrettanto non si può dire per il destino che toccò ai Vain, i quali fermarono la loro corsa dopo il buon debut ‘No Respect’, uscito nel 1989 su Island e di questi tempi disponibile in ristampa su GottDiscs.
Quella di oggi – dopo un paio di uscite passate in sordina e destinate a bacini ristretti – è la vera e propria seconda possibilità.
È difficile ripresentarsi al grande pubblico dopo quasi quindici anni di silenzio, anni in cui il mercato è cambiato e nuove soluzioni hanno preso il posto dell’hard rock melodico dei tempi indietro. Fortunatamente, ai Vain, questo non sembra minimamente interessare: On the Line non è composto e suonato per guadagnare un posto nel mercato. Come ibernata, la band ha resistito agli assalti delle mode e dei nuovi stilemi, e in questo On the Line ripropone – per la gioia dei fan del genere – l’hard rock/glam della scena californiana ottantiana.
Purtroppo i Vain non spingono più di tanto sull’acceleratore, ricorrendo spesso a strofe arpeggiate e mid tempo, i quali formano il leit-motiv stilistico del disco. Fanno eccezione la buona opener Running on Empty e Slave. Nel lotto anche una ballata semi-blues di oltre 7 minuti, dal titolo Turn to Sand e dalla personalità non troppo convincente. Insomma un disco piacevole, senza pezzi veramente spostanti e senza grandi pretese. Un buon glam onesto, sulla scia delle cose più calme di tutti i maestri americani del genere, dai Poison agli LA Guns. Troppo blando per colpire e troppo poco intenso per emozionare, On the Line ha la sua pecca principale proprio nella mancanza di mordente.
Un disco che non avrà grande successo, ma che lascia l’impressione di essere stato concepito il più genuinamente possibile. Probabilmente questo ritorno passerà più inosservato del previsto, ma i Vain ne usciranno a testa alta: piuttosto che sentirsi obbligati a cambiare è meglio suonare in una bettola davanti a trenta persone, ma suonare quello in cui si crede.
Tracklist:
1. Running on Empty
2. So Free Now
3. Drag Me
4. Last Sin
5. On the Line
6. Turn to Sand
7. Lie for Love
8. Cover Me (One More Time)
9. Slave
10. Keep Shining On
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini