Recensione: On the Road to Santiago
Progetto solista per Parris Hyde che si avvale della collaborazione dell’autore e compositore Mark Stone per confezionare un concept album basato sul cammino di Santiago.
La magniloquente e un poco sinistra “1075 AD” spiana la strada a “Through the Gates“che, introdotta e impreziosita da acoustic guitars, si avvale di un assunto sonoro che partendo dai Black Sabbath più epici non disdegna incursioni nel symphonic prog. “Sinner” è roccioso hard’n’heavy di pregevole fattura mentre “The Fourth Way” è solo discreta nel suo essere in delicato equilibrio fra rock sinfonico e hard rock.
L’ispiratissimo piano di “Days of Penance” introduce l’heavy dark di “Isabel” che pur bella risulta stucchevole nel suo inserire, a mio parere, forzatamente elementi symphonic and epic. Della stessa malattia soffre pure “Mystic Journey” arrembante heavy epic comunque assai piacevole e se “The Indulgence” è una sorta di ballad hard’n’blues ancora intrisa di elementi sinfonici, la seguente “To the Cathedral” è pregevole hard rock pregna di inaspettati input folk metal.
“Days of Redempion” è ancor troppo ampollosa e magniloquente pur essendo alle origini symphonic rock a là Savatage. “Gloria” e “The End of the World” concludono il lavoro all’insegna ancora del rock sinfonico.
Resta da dire che la produzione è ottima e la maestria esecutiva dei musicisti coinvolti è indiscutibile, ma…
Riguardo il concept che caratterizza l’intero lavoro, l’ideale viaggio verso Santiago de Compostela nel nord della Spagna, è abbastanza intrigante in quanto, alla sofferta visione esistenziale dei due compositori, si sovrappone una tormentata concezione del cristianesimo da parte degli stessi. La grafica è alquanto spartana perché al di là della suggestiva cover, con relative foto di Mark e Parris sul retro della stessa, l’interno riporta solo le track con i relativi musicisti che le eseguono.
Ulisse “UC” Carminati