Recensione: On This Perfect Day

Di Mauro Gelsomini - 13 Ottobre 2009 - 0:00
On This Perfect Day
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Genere:
Anno: 2009
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65

Un po’ in sordina rispetto alle produzioni Ayreon, che ci avevano abituati a squilli di trombe e rulli di tamburi, il debut album dell’ennesimo side project di Arjen Lucassen aveva tutte le carte in regola per colpire alle spalle gli ignari fan del polistrumentista olandese.
In realtà la tutt’altro che fervida attesa vissuta dal periodo pre-release, a conti fatti si sposa con un fisiologico anonimato cui deve sottostare “Guilt Machine”, a tutti gli effetti un “fra parentesi” della mastodontica opera Ayreon.

Ridimensionato sia dal punto di vista compositivo, sia da quello della line-ip, il progetto non si distacca dalle sonorità Ayreon, anche se le semplifica enormemente. L’unico vocalist, affiancato saltuariamente dallo stesso Lucassen, è Jasper Steverlinck, neofita sulla scena metal, provenendo dagli Arid, una alternative rock band belga. Completano la band l’ex Porcupine Tree Chris Matiland alla batteria e l’onnipresente manager nonché signora Lucassen, Lori Linstruth alla chitarra solista. Tutto il resto è affare di Arjen.

Sei lunghi brani (durata media dieci minuti, con una varianza pressoché nulla) compongono quello che a naso (non abbiamo i testi nella versione promozionale, ma siamo pronti a scommettere) somiglia molto ad un concept in stile Ayreon, che ahinoi ha tutta l’aria di restare una meteora come accadde per Star One, il cui senso, tuttavia, era stato ben definito fin dall’inizio come una divagazione lirica, sfogo delle passioni sci-fi di Arjen, piuttosto che un’appendice, oserei dire un b-side del progetto principale, come suggerirebbe “On This Perfect Day”. A giudicare dai titoli, sembrerebbe evidente una svolta in direzione romantico-dark, “merito” della bella Lori, qui responsabile di tutte le liriche, che già aveva dato modo di mettersi in luce in questo senso in alcune parti di 01011001. Carina la trovata di aggiungere messaggi in diverse lingue registrati dai fan, ad accrescere il senso di introspezione.

Parliamo dunque di un capitolo “minore” della saga Ayreon, compositivamente in linea con le ultime produzioni di Lucassen, e con qualche richiamo ambient alle primissime, considerevolmente ridotto per le magniloquenze vocali, fatto questo che giova principalmente alla ribalta di Steverlinck, che sarà sicuramente una piacevole scoperta per molti fan, per la sua timbrica pulita e cristallina, e per la sua notevole estensione, caratteristiche forse un po’ in ombra negli Arid.

Abbandonati dunque gli arrangiamenti intricati e le numerose sovraincisioni, resta il carattere progressivo delle atmosfere, che l’inguaribile Lucassen riesce sempre a far alternare in continui saliscendi di mood, ben supportati dall’estro interpretativo di Steverlinck. Maggiore convinzione assumono stavolta i refrain, spesso anthemici, e il relativo riffing, ingombranti quasi alla stregua di tormentoni.

Imperdibile per i fan degli Ayreon, naturalmente. Decisamente latore di grande perplessità per tutti gli altri.

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Tracklist:

1. Twisted Coil (11:43)
2. Leland Street (8:03)
3. Green and Cream (10:32)
4. Season of Denial (10:22)
5. Over (6:11)
6. Perfection? (10:46)

DVD (limited and special editions only):
Audio bonus tracks:
1. The Stranger Song (L. Cohen) – vocals Jasper (4:53)
2. Michelangelo (J. Campbell) – vocals Arjen (3:23)
3. Fan Messages (8:14)
4. Perfection? – guide vocals Arjen (9:37)
5. Twisted Coil – radio edit (4:17)
6. Pull me out of the Dark – radio edit (Green and Cream) (3:36)
7. Over – radio edit (3:56)

Video:
1. Trailer “On this Perfect Day” (4:33)
2. Making of the Trailer (3:44)
3. Interview with GUILT MACHINE (40:03)

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