Recensione: One Crimson Night
Ero molto curioso di sentire un disco Live degli HF per capire se le buone parole che avevo sentito da più parti circa la bravura del gruppo dal vivo trovassero riscontro anche in me. One Crimson Night non mi ha deluso. L’ascoltatore è infatti proiettato in quasi due ore di Heavy e power puro, diretto, e senza tanti fronzoli per un totale di 21 tracce più due trascurabili assoli (rispettivamente di basso e chitarra) che ripercorrono la breve, ma intensa, storia degli scandinavi. Con 4 studio album alle spalle Droniak (leader della band) & Co. cominciano con Riders Of The Storm (singolo del fiammante Crimson Thunder uscito nel 2002) ben lanciato dall’opener strumentale. Si prosegue con Heeding The Call; brano molto melodico, denso di assoli riusciti che esaltano le doti del buon Stefan Elmgren. E’ tempo di rivangare il “glorioso” passato con Stone Cold. Droniak sale in cattedra dettando il tempo con un riffing acceso e lento, sempre di qualità, che riese anche nell’impresa di animare, almeno un po’, il freddo pubblico svedese. Dopo l’orecchiabile e godibile marcia At The End Of The Rainbow arriva la pesantissima The Unforgiven Blade che mostra il lato più spigoloso e cattivo della formazione. Penetrante e decisa la voce di Cans mentre la coppia di chitarre graffia con forza le corde. Il pogo si spegne immediatamente quando l’assolo grigio di Stefan dà il LA alla struggente Glory To The Brave. Immenso il phatos che questa ballata (ricordo funebre) riesce a trasmettere, indescrivibile…ascoltate! Let The Hammer Fall è un pezzo elementare che sprigiona forza fin dalle strofe scarne sorrette dal riffing per poi raggiungere l’apice nel chorus minimale seguito dall’assolo dalle riuscite linee melodiche. Il secondo disco si apre invece con le, ormai celebri, sgasate di Harley Davidson che lanciano Renegade. Sebbene non abbia mai digerito troppo questa Hit (quantomeno poco originale) devo dire che dal vivo ha il suo motivo di esistere e l’esecuzione molto veloce della song è stata una trovata intelligente che non ha nemmeno messo in difficoltà un Joachim perfetto. Stesso discorso per Cuori infuocati. Nel finale trovano giustamente spazio due possenti cavalli di battaglia dell’indimenticato Glory To The Brave. Steel Meets Steel ripropone un power genuino e allo stesso tempo possente che emoziona tanto è perfetto nel break centrale. HammerFall con il suo tempo incalzante ben assecondato dalle chitarre non lascia scampo così come lo storico chorus e il finale pomposo come pochi.
In conclusione la produzione di O.C.N. è cristallina è mette ben in risalto le qualità tecniche del gruppo. Dopo diversi ascolti non posso che promuovere con un buon voto questo disco (avrei dato 5 punti in più se il lavoro non fosse stato registrato in Svezia; il pubblico è troppo “abbottonato” a mio parere) che mi sta facendo ri-innamorare dei defenders scandinavi da sempre al centro di critiche feroci che a mio parere proprio non si meritano. Quello che ho tra le mani è un grande live album di una band lodevole che, personalemente, mi ha regalato due ore di ottimo Heavy Metal genuino.
Nota: Consiglio a tutti l’acquisto della limited versione che contiene Dragon Lies Bleeding, Stronger Than All e Legend Reborn.
DISC ONE:
01. Lore Of The Arcane
02. Riders Of The Storm
03. Heeding The Call
04. Stone Cold
05. Hero’s Return
06. Legacy Of Kings
07. Bass Solo: Magnus Rosen
08. At The End Of The Rainbow
09.The Way Of The Warrior
10. The Unforgiven Blade
11. Glory To The Brave
12. Guitar Solo: Stefan Elmgren
13. Let The Hammer Fall
DISC TWO
01. Renedage
02. Steel Meets Steel
03. Crimson Thunder
04. Templars Of Steel
05. Haerts On Fire
06. HammerFall
07. Dragon Lies Bleeding (Bonus Track)
08. Stronger Than All (Bonus Track)
09. A Legend Reborn (Bonus Track).