Recensione: One Foot in the Grave [DVD]

Di Federico Mahmoud - 14 Ottobre 2008 - 0:00
One Foot in the Grave [DVD]
Band: Artillery
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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65

Metal Mind Productions, label polacca con esperienza ventennale, si è ritagliata uno spazio nel mercato discografico cavalcando l’onda del revival anni ’80 di cui è fautrice e al contempo beneficiaria. L’opera di restauro del catalogo Roadrunner / Roadracer ha riportato sugli scaffali decine di LP introvabili o seppelliti da una coltre di polvere, alcuni davvero immancabili in ogni discoteca di prestigio; per i danesi Artillery è stato confezionato su misura Through the Years, elegante box a quattro dischi che offre una panoramica dettagliata sulla carriera del gruppo, dallo speed metal di Fear of Tomorrow al colpo di coda B.A.C.K. (1999). One Foot in the Grave, the Other One in the Trash completa la retrospettiva con il primo video ufficiale in bacheca: il piatto forte è l’esibizione registrata a Katowice nell’ambito del Metalmania Festival (marzo 2008), ma non mancano videoclip e interviste di rito.

Il concerto.
Diciotto anni fa usciva By Inheritance, tardo quanto incredibile capolavoro di una band che aveva già imboccato il viale del tramonto. Quella formazione ha conservato l’ossatura primigenia, con le redini affidate ai fratelli Morten e Michael Stützer, ma ha perduto un grande interprete: Flemming Rönsdorf, sostituito dal misconosciuto Søren Nico Adamsen (un passato in act minori quali Starrats, Twinspirits e attualmente in forza agli svedesi Crystal Eyes). Chi ha partecipato alla seconda edizione del Revenge of True Metal Festival, unica chance di portare Artillery in Italia, racconta di uno show tutto sommato inferiore alle aspettative della vigilia. Se due indizi fanno una prova, l’ora abbondante di concerto immortalata in One Foot in the Grave… è figlia di un gruppo che paga dazio alla prolungata assenza dalle scene. L’esecuzione del repertorio è fedele alle versioni originali (almeno per quanto concerne i primi due LP), ma un grande spettacolo non è fatto di sola tecnica; altrimenti, come direbbe il buon vecchio Dee Snider, conviene risparmiare sul prezzo del biglietto e ascoltare i dischi a casa propria. L’unico, grossolano peccato dei danesi è l’assoluto difetto di presenza scenica, che riduce al minimo sindacale l’interazione con il pubblico e pregiudica una performance altrimenti godibile. I senatori, Peter Thorslund in testa, temporeggiano piegati sullo strumento e denotano uno scarso coinvolgimento emotivo; Adamsen è un vocalist dai polmoni ferrei ma senza il carisma del predecessore, per quanto sia l’unico a intrattenere le prime file.

La scaletta pesca a piene mani da Fear of Tomorrow – sei brani su tredici appartengono al debutto – ma risparmia minuti preziosi per ogni album prodotto; anche B.A.C.K., orgoglioso quanto vano tentativo di riscattare una decade travagliata, è ricordato con l’opener Cybermind. La Terror Squad di Taastrup apre il fuoco con un trittico d’eccezione, Deeds of DarknessInto the UniverseThe Almighty, che scatena una bolgia infernale tra i metalhead polacchi; la parata di classici prosegue con The Challenge e raggiunge il climax durante l’esecuzione di Beneath the Clay (R.I.P.), archetipo di thrash cerebrale secondo la ricetta Stützer. Terror Squad concede il bis dopo una versione approssimativa di Khomaniac, calando il sipario tra le ovazioni dei presenti. La regia degli operatori Metal Mind è dinamica e puntuale nelle riprese, ma non basta a mascherare i detti limiti di personalità che la band ha inaspettatamente rivelato.
 
Extras.
Due interviste esplorano a trecentosessanta gradi il pianeta Artillery, senza lesinare aneddoti e retroscena inediti. Un loquace Michael Stützer ripercorre le tappe essenziali di una carriera ventennale, dagli esordi come Devil’s Symphony al trionfo di Wacken dopo un lungo periodo di silenzio. Il fratello Morten, in tandem con Carsten Nielsen, si diverte a commentare fotografie e note pubblicate sul voluminoso booklet di Through the Years; il risultato è una chiacchierata informale che può interessare anche chi non possiede una copia del boxset. Unico appunto: l’assenza di sottotitoli, ancora di salvezza per chi non masticasse l’inglese surrogato dei fratelli Stützer. Il reparto video è completato da tre clip ufficiali (Allergic to Knowledge, Terror Squad e Lobotomized, dal secondo LP dei Missing Link) più il live bootleg di The Almighty, registrato tra le mura amiche di Copenaghen. Gli extra d’ordinanza includono un’estesa biografia / discografia, gallerie interattive e una selezione di wallpaper per il desktop.

One Foot in the Grave, the Other One in the Trash è un prodotto che non fa nulla per scrollarsi di dosso l’etichetta “only for fans”; difficile giudicare altrimenti un DVD che ripone nei contenuti extra le attrattive principali. I neofiti si rivolgano all’acquisto di Through The Years, preziosa eredità di una band che per talento e blasone non teme confronto.

Federico Mahmoud

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Tracklist:
01 Deeds of Darkness
02 Into the Universe
03 The Almighty
04 Cybermind
05 The Challenge
06 By Inheritance
07 The Eternal War
08 Beneath The Clay (R.I.P.)
09 Time Has Come
10 At War With Science
11 Out of the Sky
12 Khomaniac
13 Terror Squad

Extra:
– Terror Squad (videoclip)
– Allergic To Knowledge (a.k.a. Equal at First, videoclip)
– The Almighty (live bootleg)
– Lobotomized (videoclip)
– intervista con Michael Stützer
– intervista con Morten Stützer e Carsten Nielsen
– biografia
– discografia
– galleria di foto
– temi per il desktop

Nota: One Foot in the Grave, the Other One in the Trash è disponibile in formato DVD o DVD+CD.

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