Recensione: One Live – In Stockholm
Quando c’è un tale di nome Jeff Scott Soto al microfono, il prodotto di qualità è garantito.
Se poi la release null’altro è che un buon compendio live di quanto realizzato sinora dallo stesso JSS con l’eccellente progetto W.E.T., allora non c’è molto di cui discutere, ne di cui sorprendersi.
Il valore è già noto, il livello dei brani conclamato: ci si mette comodi, si schiaccia play e si lasciano scorrere le note.
Con buon tempismo rispetto all’annuncio relativo alla partecipazione dei W.E.T. al festival in programma per il prossimo mese di maggio, Frontiers Records propone questo interessante sunto dal vivo dei Work Of Art – Eclipse – Talisman (W.E.T. per l’appunto), band fondata intorno al 2008 e resasi protagonista della pubblicazione di due album – tessuti sulle trame di un AOR corposo ed ultra melodico – dai riscontri qualitativi inappuntabili.
Registrato il 17 gennaio dello scorso anno al Debaser Club di Stoccolma, “One Live – In Stockholm” rappresenta un omaggio al gruppo messo in piedi proprio dallo stesso Soto in compagnia di Erik Martensson (Ecplise) e Robert Säll (Work Of Art), che potrà apparire forse prematuro – data l’esigua discografia sulla quale poggia – ma che non possiamo definire altrimenti che decisamente gradito, soprattutto alle orecchie di chi ne ha apprezzato sinora la proposta.
Come facile da intuire, nel doppio cd (di cui è disponibile anche la versione DVD) ottengono spazio la gran parte dei brani inseriti nell’omonimo esordio del 2009 ed in “Rise Up” (2013), arricchiti da qualche extra prelevato dalla produzione delle band “madri” dei tre protagonisti e da un paio di bonus track poste in coda, ad ispessire una scaletta che può dirsi sufficientemente corposa da soddisfare anche i fan dubbiosi sulla possibile utilità dell’operazione.
Inutile poi, discutere sulla bontà esecutiva dei protagonisti: Soto è semplicemente titanico nel calore espressivo della propria interpretazione, mentre il resto della band – Martensson e Säll in testa – non concede spazio ad alcuna critica, rendendo il risultato finale talmente “ovattato” e privo di imperfezioni da apparire quasi studiato a tavolino.
I pezzi che si susseguono sono un perenne alternarsi di puntate hard rock con dolcezze AOR assortite: non scopriremo di certo ascoltando questo buon live, la bellezza di brani quali “Walk Away”, “Broken Wings”, “Invincibile”, “I’ll Be There”, “Comes Down Like Rain” e “Love Heals”, momenti dalle armonie melodiche magiche che miscelano, esaltandole, le caratteristiche peculiari delle tre band d’origine.
Ed è ancor più piacevole la scoperta dei quattro inserti “estemporanei” presenti nella setlist del concerto: “Mysterious” e “I’ll Be Waiting” dei grandi Talisman riecheggiano le memorie dell’eccellente combo con cui Soto ha costruito gran parte della propria fama, mentre “The Great Fall” dei Work Of Art (con il frontman Lars Säfsund ospite per l’occasione) e “Bleed & Scream” degli Eclipse (ovviamente è in questo caso Erik Martensson a raccogliere il microfono) assumono il ruolo di buone rappresentati di quanto realizzato proprio da Eclipse e Work Of Art, coppia di band scandinave sulle quali è ormai possibile puntare ad occhi chiusi.
In linea con quanto di buono ascoltato nel recente “Rise Up”, sono infine le due bonus inedite – “Poison” e “Bigger Than Both Of Us” – poste a chiudere in bello stile il “pacchetto”.
Outtakes tratte dalle sessions in studio proprio di “Rise Up”, si rivelano coppia di brani efficaci, con il secondo che si fa preferire in virtù di un coro maggiormente dinamico ed incisivo.
Questa era la primissima esibizione dal vivo per i W.E.T., tanto carica di significati da essere persino fonte di patemi per il gruppo di musicisti, come raccontato dallo stesso Soto.
“Una notte tanto magica quanto carica di apprensione: eravamo tutti esperti già capaci di suonare di fronte ad un pubblico numeroso e consapevoli di come condurre in porto un’esibizione dalla A alla Z. Ma quando stai per affrontare il primo concerto con una band tutta nuova, queste cose non contano più…quello che ne è derivato è del tutto speciale. Qualcosa che non dimenticheremo mai”
Visti i risultati, non possiamo che convenire con il buon Jeff: ottima performance di tutta la band, cui fanno da supporto suoni molto ben bilanciati e missaggio al riparo da critiche.
Insomma, i W.E.T. e la loro eccellente miscela sonora non li scopriamo di certo oggi.
Sapere tuttavia che anche dal vivo sono ottimi, si traduce in ulteriore motivo d’invitante stimolo in vista del prossimo mese di maggio…
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