Recensione: One Of A Kind

Di Mauro Gelsomini - 8 Maggio 2009 - 0:00
One Of A Kind
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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50

Michele Luppi e
il mondo del metal si incrociano per la prima volta nel 2003, quando
questi viene contattato dal chitarrista Olaf Thorsen per
sostituire alla guida dei Vision Divine lo storico frontman
Fabio Lione (costretto a lasciare a causa di problemi
contrattuali con la MCM, etichetta dei Rhapsody). Le numerose
perplessità che hanno accompagnato la scelta di questo allora
sconosciuto cantante vengono immediatamente spazzate via all’uscita
di Stream of Consciousness, disco che diventa in breve tempo
uno dei capisaldi del power metal made in Italy e che catapulta il
cantante emiliano nell’orbita delle migliori voci del panorama metal
nostrano. Il successo viene bissato (se non superato) con il
successivo The Perfect Machine, quarto full length ufficiale
del gruppo pubblicato due anni più tardi, che conferma quanto di
buono espresso nella release precedente. A questo punto però la
macchina perfetta inizia a scricchiolare: la line up viene
continuamente stravolta (gli unici membri a rimanere stabili sono gli
stessi Luppi e Thorsen) e assidue voci di una fantomatica crisi (mai
confermate a dire il vero) iniziano a serpeggiare nell’ambiente. In
queste condizioni esce nel 2007 il discreto The 25th

Hour, album della discordia che non aggiunge nulla a quanto fatto
dalla band nel passato. Il resto ormai è storia recente, con la
decisione di Michele di lasciare il gruppo per dedicarsi
completamente ai progetti personali e i Vision Divine che annunciano
il ritorno tra le proprie fila di Fabio Lione. Dopo quasi un anno di
lavorazione vede ora la luce l’album di debutto dei Killing Touch,
nuovo progetto metal di Michele Luppi, intitolato One of a Kind
e pubblicato dalla nostrana Scarlet Records.

Liberamente ispirato a
“La Zona Morta”, famoso romanzo di Stephen King del 1979, questo
One of a Kind si presenta come un disco power metal melodico
dai leggeri richiami progressive e dagli inserti hard rock e AOR.
Accanto al frontman e principale compositore Michele Luppi

(che in questa sede si occupa anche delle parti di pianoforte)
troviamo Michele “Dr Viossy” Vioni alla chitarra solista e
Giorgio “JT” Terenziani al basso, già compagni del
cantante emiliano nella cover band Mr Pig. Completano la line
up Davide Montorsi alla seconda chitarra e Paolo “Dimitri”
Caridi
alla batteria. Da segnalare inoltre la presenza in qualità
di ospiti di Federico Puleri (Vision Divine) alla chitarra,

Oleg Smirnoff (Vision Divine, Eldritch) alle tastiere e di
Andrea “Tower” Torricini (Vision Divine, Wonderland) al
basso. Dodici sono le tracce racchiuse
all’interno di questo disco per una durata complessiva che
supera di poco i sessanta minuti. Brani
abbastanza vari, incentrati prevalentemente sulla melodia e
abbastanza diversi nel complesso da quanto fatto con i Vision Divine.
L’idea principale che sta alla base del songwriting è amalgamare fra
loro i diversi generi musicali con i quali Luppi si è cimentato nel
corso della propria carriera, nel tentativo di dare alla luce un
sound apparentemente fresco e intrigante ma che in realtà si rivela
essere purtroppo fin troppo confusionario e privo di mordente. E’
infatti la mancanza di incisività il problema principale che
affligge le composizioni, e ciò balza alle orecchie sia per quanto
riguarda il riffing (abbastanza scontato e banale), sia le strutture
delle canzoni (troppo fragili e dispersive). Non basta la squillante
e ottima voce di Luppi (anche se questa non è certo una novità) a
raddrizzare le sorti di un album nel complesso poco interessante e
troppo stiracchiato. Abbastanza rivedibile anche la produzione,
soprattutto a causa di un missaggio dei volumi che tende a
enfatizzare un po’ troppo la voce, penalizzando il resto degli
strumenti. Certo, qualche barlume di classe c’è eccome: però
malgrado The Danger Zone
si segnali per alcuni spunti davvero interessanti e la title track
One of a Kind
presenti nel complesso delle melodie particolarmente azzeccate e
struggenti, ci troviamo nella maggior parte dei casi davanti a
canzoni che raramente riescono a decollare e sono destinate a cadere
nel dimenticatoio dopo pochi ascolti.

Insomma,
proprio non ci siamo.One of a Kind
si dimostra essere un passo falso per Luppi, un disco nel complesso
incerto e privo di mordente. Pochi sono i pezzi in cui il gruppo
riesce a mettere in atto tutto il proprio potenziale esecutivo e
compositivo. Le idee sarebbero anche presenti in abbondanza (forse
anche in maniera eccessiva) ma vengono realizzate in maniera
approssimativa e confusionaria. Certamente questi
Killing Touch

avranno il modo di rifarsi ampiamente nel futuro con la prossima
release, ma solamente con il passare del tempo sapremo se questo
mezzo fallimento si rivelerà solo uno sgradito incidente di percorso
oppure no.

Discutine sul forum nel topic apposito.

Tracklist:

1. The Touch
2. Black Ice
3. Wheel Of Fortune
4. Mimicking Death
5. The Danger Zone
6. One Of A Kind
7. Tommy’s Cane
8. Still Walking
9. Walls Of Sympathy
10. Falling Away
11. Justify
12. Thy Will Be Done

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Genere:
Anno: 2009
50