Recensione: Oneiric Tales

Di Luca Palmieri - 26 Ottobre 2008 - 0:00
Oneiric Tales
Band: Nhorizon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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I Nhorizon sono una band toscana nata nel 2004, le cui caratteristiche sono la abbondante melodia nei loro arrangiamenti e un gusto prog nel songwriting. Il loro primo prodotto è datato 2007 ed è il demo in oggetto di recensione, “Oneiric Tales“; consta di quattro tracce, tutte al di sopra dei quattro minuti col picco della opener che sfora i cinque primi.

Il dischetto si apre con una pacchiana tastiera che insieme ad una batteria in doppia cassa ci introduce “Ancient way“, un brano fresco, a tratti gradevole, decisamente dolciastro e allegrotto. Nell’insieme la band sembra avere un’alchimia discreta, forse un leggero squilibrio a favore delle tastiere e le chitarre poco in risalto; su tutto poi svetta la voce di Lorenzo Ticci, mai troppo usignolo e in alcuni frangenti, come sul bridge, anche dedito a parti aggressive. Un lungo intermezzo di assoli ci conduce sulla sezione finale che sfuma verso la seconda traccia, “Surfing time“, decisamente più cupa rispetto alla opener. Ancora la tastiera a introdurre il pezzo che si apre facendo risaltare la differenza di produzione col brano precedente (avranno aggiunto in seguito “Ancient way” ad un demo registrato prima?); la canzone si trascina abbastanza anonimamente alternando parti pari a parti dispari, fino alla sezione assoli dove il sapore prog si fa più presente. Tastiera a concludere un pezzo non certo sufficientemente interessante, e via con “The Skydancer” che parte più veloce rispetto al pezzo precedente; un’intro di tradizione scandinava e via nella canzone vera e propria, che rispecchia ciò che già i Nhorizon hanno mostrato con “Ancient way“: un pezzo arioso, fresco, con grosso supporto di backings di tastiera, ma che fatica a rimanere interessante per la lunga sezione assoli centrale. Ultima canzone del platter è “Heaven’s war“, una strumentale, che si apre à la Rhapsody per poi continuare sulla scia degli Angra del periodo con Matos; strutturata in più parti divise nello stile e nella esecuzione, è sicuramente il brano più intrigante del demo. Dicevo, prima parte debitrice degli Angra e dei Rhapsody, seconda parte più calma e di chiara influenza Janne Wirman, ancora un break che riprende l’introduzione della band carioca, e via verso la fine seguendo delle linee che mi ricordano ancora il tastierista dei bambini di Bodom, se solo ci fossero delle chitarre più taglienti e più cattive. Chiusura pomposa, e fine del demo.

Il dischetto è discreto, peccato forse per la prolissità di “Ancient way” e “”The Skydancer” e la noiosa “Surfing time“. Certo è che la produzione del suono delle ultime tre tracce non aiuta i Nhorizon a mostrare per bene le loro capacità; eppure il batterista Gianmarco Carlini mette su disco una buona prova, così come il bassista Simone Cantini, penalizzato quest’ultimo da un suono di basso estremamente medioso che poco fa risaltare la sua velocità e gusto compositivo. Le chitarre di Massimo Castri sono discrete ma notevolmente depotenziate in sede di missaggio; discorso inverso per le tastiere di Fabrizio Muratori, sempre ben in evidenza e a tratti forse anche troppo invadenti. Lorenzo Ticci svolge una buona prova al mic, ma le cose migliori si sentono quando sale di tonalità o addirittura abbozza degli scream; peccato non abbia ampliato la sua prova vocale in questo senso.

Agli amanti del power condito da tinture prog “Oneiric Tales” potrebbe piacere, non c’è dubbio, ma voglio sperare per la band toscana che la produzione del loro full-length (che dovrebbe uscire a breve) sia di un altro livello. Per quanto riguarda questo demo, mi sento di dare un voto il cui significato sia di sprone per un futuro migliore.

In bocca al lupo agli Nhorizon.

Tracklist:
1. Ancient Way  * MySpace *
2. Surfing Time 
3. Remember You 
4. The Skydancer 
5. Heaven’s War

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