Recensione: Oniric Metal

Di Matteo Lasagni - 25 Giugno 2005 - 0:00
Oniric Metal
Band: Lalu
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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55

Oniric Metal è il progetto solista del fantasioso keyboarder francese Vivien Lalu, che per questo suo debutto si avvale della collaborazione di nomi già noti come l’axeman Joop Wolters, visto ultimamente con il suo disco solista, e di due pezzi da novanta come l’ex drummer della Devin Towsend Band, Ryan Van Poederooyen, e l’ex bassista degli Annihilator, Russell Bergquist. Completa il tutto la grintosa voce di Martin LeMar.

Insomma tecnicamente siamo di fronte a gente molto capace, tutti grandi professionisti in grado di produrre col proprio strumento grandi performance. Queste grandi potenzialità vengono messe al servizio della fervida mente del tastierista transalpino, il quale si contorce attraverso una miriade di atmosfere e cambi di tempo, in un intreccio heavy-prog metal, in cui l’elemento progressive è davvero marcato. Le composizioni infatti sono un continuo ed incessante alternarsi di ritmi diversi e dissonanze varie e di corposi quanto ossessivi riff di chitarra che stentano a decollare in un contesto duro, oscuro e penetrante, che però manca totalmente di melodie abbordabili ed aperture vocali in qualche modo orecchiabili. Tutto questo grande estro compositivo viene in pratica “sprecato” per brani che non hanno un filo conduttore e che gettano l’ascoltatore nel caos più totale. Alcuni momenti a dire il vero rapiscono per l’originalità e la carica espressiva, come ad esempio la burrascosa “Night In Poenari”, che parte con un coro solenne per poi lanciarsi in una veloce e pesantissima song ai limiti del thrash. Anche l’iniziale “Yesterdayman” è piuttosto particolare, ma quantomeno si lascia ascoltare per la sua struttura apparentemente più regolare. Ed in fondo anche la lunghissima “Potboy: The Final Fantasy” presenta alcuni spunti degni di nota, soprattutto nei primi minuti, in cui un saltellante e rocciosissimo lavoro di chitarra sostiene le piacevoli linee vocali di Martin LeMar, la cui timbrica si sposa bene col sound proposto. Ma per il resto in questo Oniric Metal regna una confusione totale, che non permette mai, anche dopo diversi ascolti, di ricordarsi qualche passaggio, o di rinfrescare nella propria mente melodie che qui sono praticamente inesistenti, o quantomeno di carattere troppo “ermetico” per il sottoscritto. Il lavoro di tastiera di Vivien Lalu è sicuramente evidente ed è inutile rimarcare la qualità tecnica di questi musicisti.

Purtroppo però le composizioni sono sterili, prolisse ed eccessivamente complesse, almeno per chi, come me, è abituato ad un prog meno “estremo” e più abbordabile. Alla sproporzionata quantità di cambi di tempo e soluzioni innovative si accostano purtroppo scelte melodiche estramente monocorde e quindi “piatte”.

Non dubito che alcuni riterrano questo album “geniale”, ma per me risulta molto difficile esprimere un giudizio positivo quando alle capacità tecniche non viene unita una seppur minima ricerca melodica. L’unico tentativo vero e proprio in questo senso viene espresso con la lenta “Windy” che se vogliamo col passare degli ascolti risulta anche gradevole, ma siamo ben lontani da livelli d’eccellenza.

La produzione è molto buona e la Lion Music, come spesso accade, prova l’ennesima carta a sorpresa. Nella loro scuderia hanno sicuramente di meglio. Ascolto consigliato solo a chi ama il progressive metal più intricato e schizofrenico.

Tracklist

1. Yesterdayman
2. Wolven Eyes
3. Windy
4. Night In Poenari
5. Moonstruck (The Soulish Element)
6. Timestop
7. Starwatcher
8. Potboy: The Final Fantasy

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