Recensione: Onset Of Putrefaction
Impressionante!
È forse l’aggettivo più appropriato per il primo lavoro dei tedeschi Necrophagist. La band consta in realtà di un solo elemento, Muhammed Suiçmez, che, come il Chuck Shuldiner di “Scream Bloody Gore”, oltre ad essere l’autore delle otto tracce, ha inciso chitarre, voce, basso e batteria programmata ad eccezione di alcune linee di basso e un solo di chitarra.
Ascoltando “Onset Of Putrefaction” verrebbe da pensare che Suiçmez stia prendendo il testimone di un Chuck Shuldiner che sarebbe scomparso due anni dopo, e che il discorso lasciato con “The Sound Of Perseverance” venga proseguito, ampliato e arricchito sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo formale delle composizioni. Ma se pensate di trovare nel disco elementi che in qualche modo vi siano familiari, non avrete vita facile, perché l’originalità è l’elemento principale dell’album, dove brutal e technical death metal vengono miscelati in un connubio senza precedenti. Riff misti ad arpeggi velocissimi, un cantato growl degno di Lord Worm in versione melodica, blast beats, poliritmie, cambi di tempo, soli di chitarra neo-classic che a velocità vertiginose vanno ‘in ‘n out’ nella struttura armonica, sweep picking, sono una parte degli elementi che rendono “Onset Of Putrfaction “un disco unico. Il virtuosismo estremo di Suiçmez potrebbe risultare ai più fine a se stesso ma in questo CD è messo a completo servizio della musica e, unito al buon gusto nell’uso di ogni strumento – compresa la batteria programmata che è alquanto ‘reale’ – , contribuisce ad esaltare la concezione formale delle composizioni. La produzione è superba: ogni strumento è chiaramente distinguibile dal resto e il risultato finale sono trentasette minuti in cui le otto composizioni, ognuna dal carattere a sé stante, sono dei pezzi che vanno a completare un unico puzzle.
Inizialmente impatteremo in “Foul Body Autopsy”, meno di due minuti che lasciano ben intendere che i Necrophagist fanno sul serio. Blast beats, growl potentissimo, riff estremi, un solo di chitarra breve ma efficace sono il preludio ai restanti trentacinque minuti in cui nessuno, dico nessuno, deve intromettersi tra voi e ‘lui’. Non preoccupatevi di cosa succeda all’esterno: durante l’intero ascolto non correrete il rischio di pensarci, non vi scollerete le cuffie dalle orecchie per nessun motivo al mondo e, una volta terminato, non vedrete l’ora di rituffarvi nel vortice sonoro di “Onset Of Putrefaction”, alla ricerca di nuovi elementi. Neanche il tempo di tirare il fiato che la violenta intro di “To Breathe In A Casket” porta a un riff che grida allarmi sul registro acuto (uno degli elementi che ritroveremo in diversi brani), quasi a voler compensare la voce nell’oltretomba. Il ritornello è di quelli che dopo il primo ascolto vi accompagnerà per tutto il resto della vostra vita… ed anche oltre! («Beyond, beyond these walls… there lies infinity!»). È l’unico brano cui manchi un vero solo di chitarra, comunque ben compensato da una sezione infernale di riff. Il resto del disco scorre come un fiume in piena, dall’impeccabile growl del ritornello di “Mutilate The Stillborn” ai riff improbabili e alla metrica di “Intestinal Incubation”, degna di Igor Stravinsky. I testi sono tutti nella migliore tradizione brutal ma “Culinary Hyperversity” e “Fermented Offal Discharge” sono ai limiti della follia, fin troppo coerenti con il nome della band e con l’intero progetto. Una delle differenze che rende il disco originale e innovativo rispetto alla maggior parte della produzione degli altri gruppi, è la quasi totale mancanza di power chords. Sono usati con parsimonia e soprattutto per esaltare ancor di più i tecnicissimi soli di chitarra, come in “Intestinal Incubation” e “Culinary Hyperversity”, in stile neo-classic. Una menzione particolare va a “Advanced Corpse Tumor”, dove la costruzione del solo rasenta la perfezione. Due chicche sono affidate al basso, sempre chiaro e ‘tirato’ in sincronia con la batteria programmata: le poche note che introducono “Extreme Unction” e il breve solo in “Fermented Offal Discharge”.
Per il resto ogni parola potrebbe essere superflua e ripetitiva, quindi lascio a voi il piacere di immergervi nella mente folle di un giovane tedesco di origini turche, il quale ha partorito un capolavoro che potrà dormire sogni tranquilli sul vostro comodino insieme ad “Altars Of Madness”, “Heartwork”, “Left Hand Path” ed altre pietre miliari.
Vittorio “VS” Sabelli
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Tracce:
1. Foul Body Autopsy 1:52
2. To Breathe In A Casket 5:40
3. Mutilate The Stillborn 3:43
4. Intestinal Incubation 4:11
5. Culinary Hyperversity 5:05
6. Advanced Corpse Tumor 5:27
7. Extreme Unction 4:46
8. Fermented Offal Discharge 4:48
Durata 37 min.
Formazione:
Muhammed Suiçmez – Voce, chitarra, basso, batteria programmata