Recensione: Onsetcold

Di Angelo D'Acunto - 8 Giugno 2008 - 0:00
Onsetcold
Band: Onsetcold
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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58

Provenienti dalla contea di Cheshire (Gran Bretagna), gli Onsetcold
esordiscono nel 2004 con Sadness, primo EP autoprodotto, che darà
loro modo di
farsi conoscere nei sobborghi dell’underground inglese. Negli anni successivi,
la band continua ad autoprodursi una nutrita quantità di demo che verranno
notati dall’esordiente WormHoleDeath Records, con la quale arrivano alla
pubblicazione del primo full-length denominato semplicemente Onsetcold.

Onsetcold, registrato e prodotto su suolo italico presso gli
Zeta Factory di Bologna e allo studio 73 di Ravenna, si mette subito in bella
mostra con una produzione moderna e curata nei minimi dettagli. Il sound
racchiuso al suo interno si fonda essenzialmente su basi nettamente death con
sottili richiami al black più sinfonico, sopratutto per quanto riguarda gli
inserti melodici delle tastiere atti a fungere più come una sorta di riempitivo
senza pretendere di mettersi troppo in luce all’interno delle composizioni della
band britannica.
I dieci brani a disposizione si muovono sempre su ritmiche non velocissime che
lasciano largo spazio ad atmosfere più sulfuree e ai passaggi tecnicamente
elaborati ad opera delle chitarre. L’approccio esecutivo del gruppo è decisamente brutale e di forte
impatto, ne è la prova l’iniziale Life Without Numbers; traccia che parte di
gran carriera con frequenti avvicendamenti fra ritmiche più sostenute e fra
parti più lente e ragionate. Il resto della tracklist continua sulla stessa
linea tracciata dall’opener, alternandosi fra brevi sfuriate in blast-beat che
concentrano tutte le forze del combo su un impatto sonoro che investe
l’ascoltatore a colpi di ritmiche schizofreniche e rallentamenti che mettono in
mostra tutte le doti tecniche della band inglese. L’unica pecca si può
riscontrare in una certa linearità dei pezzi, i quali risultano essere fin
troppo ripetitivi quel tanto che basta a metterci in mostra tutti i limiti compositivi dei cinque inglesi. Nonostante tutto ciò, gli episodi degni di nota
non mancano, come nelle atmosfere sulfuree della malefica Pale Horse o negli
innesti più melodici di Psychopath. Ma il resto della tracklist è un susseguirsi
di riff riciclati da quelle che sono le buone idee messe risalto nella prima
parte del disco.

Insomma, disco suonato ottimamente da musicisti tecnicamente dotati ma che si
rivelano essere
compositori ancora inesperti e poco efficaci. Questo esordio degli Onsetcold non
è assolutamente da buttare, anzi, la qualità dei brani non è per niente
scadente, ma a parte qualche episodio isolato, risulta essere veramente difficile
riuscire a digerire in pieno tutti i pezzi presenti al suo interno. I buoni propositi ci sono
tutti e le idee sono da rivedere solo in parte. Restiamo quindi in attesa di
un’ulteriore passo in avanti che si spera possa avvenire con la prossima release.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

Tracklist:

01 Life Without Numbers
02 No Sun No Life
03 Psychopath
04 Masterdom
05 Pale Horse
06 After The Fire
07 Neurotic
08 Relentless
09 Ritual Human Sacrifice
10 Servitude

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