Recensione: Onwards
In virtù dei commenti e delle voci entusiastiche che riguardano i Triosphere, ho atteso con non poche aspettative il primo disco della band norvegese che, preannuncio, tenterà di promuovere un sotto-filone attinente al power metal infischiandosene del mercato saturo e traboccante che lo riguarda.
CENNI BIOGRAFICI
La storia dei Triosphere è breve ma intensa. Trondheim, Norvegia, anno 2004. Il chitarrista Marcus Silver (rinomato tra l’altro per aver preso parte alle spedizioni europee di Sinergy e Dark Tranquillity) e la cantante Ida Haukland istituiscono un nuovo progetto musicale che acquista il nome di Triosphere: reclutato Ørjan Jørgensen alla batteria, ci è voluta una settimana, a fronte del primissimo demo, per convincere la Face Front Records a proporre loro un significativo contratto discografico.
I Triosphere hanno puntato sulle apparizioni live, supportando Paul Di Anno, Tony Martin, TNT e si sono presi il tempo utile per visionare e, successivamente ingaggiare l’attuale seconda ascia: Tor Ole Byberg.
Onwards, il titolo del debutto agli atti, è stato registrato nel giugno del 2006 nei TopRoom Studio e mixato nei celeberrimi Studio Freadman di Gotheborg, Svezia.
ONWARDS
Triosphere è un esperimento. Melodico, energico, aggressivo, tecnico e progressivo. Se proprio necessitate di un termine di paragone, potrei definire Onwards come un disco che deriva dalla combinazione di suoni e idee appartenenti a Vision Divine e Children of Bodom. Interessante, vero?
Peccato che la voce di Ida Haukland, nel contesto generale, non abbia la stessa formidabile impronta e rilevanza di artisti del calibro di Michele Luppi o di Alexy Laiho, e peccato che rappresenti (e non solo ai fini statistici) l’unica grande limitazione di un album dalle molteplici sfaccettature.
C’è voglia di melodia, accentuata in ognuno dei quattro spezzoni nei quali è stata suddivisa la title track, c’è un’anima progressiva nei paraggi di Trinity, c’è più di un impulso aggressivo nei diversi frammenti che collegano Spitfire e Twilight, c’è un pizzico di malinconia che aleggia nei suoni post-nucleari di Lament, c’è uno spirito battagliero negli oscuri meandri sinfonici di Lining e Glory.
La prova di Marcus Silver ha del fantascientifico; il musicista sorprende per le specifiche qualità tecniche ma tende ad esagerare nelle sperimentazioni progressive, perdendosi talvolta, nel classico bicchier d’acqua. Fondamentali, nel complesso, le versatili strutture e l’apparato ritmico per una band che dimostra ottimi automatismi, avvalorati dalla produzione di livello.
IL RESPONSO
Se siete amanti del power metal “a tutto tondo”, provate a sbilanciarvi acquistando Onwards dei Triosphere, formazione che si offre al giudizio del mercato europeo scodellando un disco affascinante ma, tenete ben presente, piuttosto ripetitivo. Presto potrete gustarveli dal vivo, ai Magazzini Generali di Milano, nel tour di supporto a Timo Kotipelto. Segnatevi la data: 18 aprile 2007. Debutto confortante; sound da sviluppare.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
1.Onwards Part1 (All Is Fair In Love And War?)
2.Onwards Part2 (Decadent One)
3.Trinity
4.Lament
5.Spitfire
6.Lining
7.Glory
8.Sunriser
9.Twilight
10.Onwards Part3 (A Sole Twin’s Search In Solitude)
11.Ghost track: … Onwards Part4 (Retrospect, Moving Forwards In Reverse)