Recensione: Operation: Mindcrime

Di Mauro Gelsomini - 10 Luglio 2002 - 0:00
Operation: Mindcrime
Band: Queensrÿche
Etichetta:
Genere:
Anno: 1988
Nazione:
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100

Non riuscirei a pensare a un concept-album senza che nella mia mente si stampi il nome di “Operation: Mindcrime” dei Qyeensrÿche, album che nel 1988 fece un gran clamore, e non solo in ambiente metal.
Il concept narra di un ragazzo, Nikki, succube del Dr. X, leader di un movimento eversivo del futuro che lo costringe a diventare un killer, attraverso patetiche promesse e, soprattutto, la somministrazione di droghe. Nikki si innamorerà di Mary (prima prostituta, poi suora), che è il suo unico contatto, e che paradossalmente è colei che gli fornisce la droga. Il destino darà una svolta alla storia quando Nikki riceverà l’ordine di uccidere Mary…
Musicalmente il concept è reso in maniera talmente suggestiva ed emozionante che se leggerete il testo dei brani mentre li ascoltate, riuscirete quasi a vedere le immagini scorrere nella vostra mente.
L’atmosfera filmica è spettacolarmente introdotta da “Anarchy-X”, irruenta e ritmata fanfara d’apertura per la successiva “Revolution Calling”, avvolta in un mid-tempo dagli arrangiamenti di gran classe in perfetto aor style e culminante nell’irrestibile ed epico ritornello.
Segue la title-track, che intraprende il terreno drammatico perfettamente reso dalle liriche, ovvero descrive la violenza psicologica di soggiogamento ai danni del protagonista. Il brano si evolve con grande eleganza tra ritmiche sincopate e struggenti, suggerendo echi in stile Free.
“Speak” è un pezzo più veloce, incalzante, apprezzabile soprattutto per la linea non banale disegnata dalla voce di Tate, dal refrain più aggressivo e dal chorus inaspettatamente dark e malvagio, dal momento che la song descrive le missioni omicide di Nikki.
Il ritmato e orecchiabile mid-tempo di “Spreading The Disease” racconta la storia di Mary, fuggita di casa e finita a lavorare in un locale di spogliarelli nei bassifondi di New York, prima che un prete arrivasse a salvarla e convertirla. All’interno del brano troviamo una parte che spezza il ritmo, dall’atmosfera sofferta e malvagia, sorretta da un tappeto percussionistico davvero mirabile.
La voce di Tate si abbassa su tonalità baritonali, si fa drammatica e acquista il lirismo dovuto all’occasione proposta dalla causa di “The Mission”, per poi aprirsi in un climax di aggressività e potenza, descrivendo come Nikki realizzi la sua condizione e si avvicini sempre più a Mary in una dipendenza quasi succube.
L’apice si tocca con “Suite Sister Mary”, opera nell’opera della durata di dieci minuti, che si apre con l’evocativa e visionaria voce di Tate, dispensatrice di altalenanti emozioni. Tate duetta magnificamente con Pamela Moore, nella parte di Mary (la stessa Pamela prenderà parte al tour mondiale dei Rÿche). L’atmosfera si fa ossessiva e i riff prima ariosi, ora incalzanti vengono intervallati da cori lirici di grande effetto, con la voce di Tate dominante su tutto, e capace di alimentare la tensione e il senso di drammaticità con vibrati sul cambio di tempo veramente esaltanti e innovativi. I cori si fanno quindi grandiosi, da tragedia epica, per poi riaprire ai duetti sempre più pieni di pathos tra Geoff e Pamela, fino ad arrivare all’apocalittica conclusione (che non svelo). La storia, ovviamente, non finisce qui, perché la successiva “The Needle Lies”, avente il gravoso compito di non far calare la tensione accumulata, si propone come il pezzo più veloce e potente dell’intero album, tirato in perfetta tradizione power/speed.
L’atmosfera gotica della strumentale “Electric Requiem” irrompe con una breve pausa visionaria, e viene seguita da una perla come “Breaking The Silence”, struggente e irruenta, dal trascinante chorus e dallo straordinario guitar solo di DeGarmo. Prosegue sullo stesso filone malinconico/aggressivo la seguente “I Don’t Believe In Love”, divenuta una hit dei Queensrÿche, forse per la sua strabiliante capacità di rendere così bene quel senso rabbioso di perdizione e tradimento che attanaglia il protagonista a questo punto della storia. La disperazione di Nikki è interpretata in maniera grandiosa da Geoff Tate nella breve ma sentitissima “My Empty Room”, mentre con la conclusiva “Eyes Of A Stranger” l’ansia e il rimorso vengono elevati a livelli impensabili dalla genialità dei ‘Rÿche, che lasciano in sospeso diversi temi, sia lirici che musicali, forse abbandonando all’immaginazione dell’ascoltatore l’epilogo più consono alla sua personalità.
A livello di scelte sonore, c’è da dire che le chitarre hanno un suono più duro rispetto al disco precedente, ma le melodie ricamate da Chris DeGarmo e Micheal Wilton riescono comunque ad essere orecchiabili e avvolgenti, senza mai risultare scontate, ora distorte, ore acustiche, suonate ora sulla sei corde, ora sulla dodici, con assoli da brivido sempre calati nel “sensus” globale di ogni brano. La compattezza è assicurata dal basso di Eddie Jackson, che ha un sound molto caldo e profondo, e lascia alle percussioni di Scott Rockenfield più spazio per manifestare la propria creatività, non essendo vincolato da priorità (in molti altri casi, lacune) quali il riempimento del sound o il sostegno della struttura ritmica dei brani. Le parti di tastiera sono fondamentali per il più volte citato aspetto operistico dell’album, mentre non mi dilungo ulteriormente in altre lodi alla performance di Geoff Tate.
La resa complessiva è talmente perfetta che non si può fare a meno di attualizzare la storia che si cela dietro a questo concept, come è doveroso che un’opera d’arte induca a fare. La ricercatezza in ogni singolo drammatico dettaglio fa sì che la musica comunichi emozioni ed eventi in maniera sublime, facendo entrare di diritto un album come questo nell’ Olimpo del Rock/Metal…

Lineup:

Geoff Tate – voci, tastiere e fiati
Chris DeGarmo – chitarre (elettrica, acustica a 12 e 6 corde)
Michael Wilton – chitarre (elettrica, acustica a 12 e 6 corde)
Eddie Jackson – basso
Scott Rockenfield – batteria e percussioni, tastiera su “Electric Requiem”

Tracklist:

1. I Remember Now
2. Anarchy-x
3. Revolution Calling
4. Operation: Mindcrime
5. Speak
6. Spreading The Disease
7. The Mission
8. Suite Sister Mary
9. Electric Requiem
10. Breaking The Silence
11. I Don’t Believe In Love
12. My Empty Room
13. Eyes Of A Stranger

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