Recensione: Originators Of The Northern Darkness
Album sicuramente da avere se siete fan della Black Metal band norvegese per eccellenza. La compilation ripropone tutti i classici che hanno consacrato questo mitico gruppo, e a rendere interessante il cd sono anche i gruppi che hanno partecipato alla sua realizzazione. Questa compilation riuscirà sicuramente a far riemergere quel feeling tetro e oscuro che oggi è così difficile ritrovare in una nuova uscita. Vi partecipano alcuni tra i più grandi nomi della scena Black (se escludiamo i Vader) e nonostante alcuni di loro siano oggi contestati per scelte non propriamente coerenti con lo spirito di partenza, questo album suona come un ritrovo tra vecchi compagni di classe: tutti insieme a rivangare quel vecchio feeling, così nostalgicamente custodito.
Esaltante a dir poco la prova dei Gorgoroth, che ripropongono “Life Eternal” senza apportarvi sostanziali cambiamenti, ma dandole quel tocco che rende riconoscibilissimo il loro stile. Grandiosa anche “Pagan Fears” rifatta dai Dark Funeral, band che anche con le ultime uscite ha sempre dimostrato di non voler abbandonare le sonorità delle origini. Ottima la scelta dei Carpathian Forest di coverizzare “Ghoul” (cover che era già apparsa sul loro ultimo 7″ e su Morbid Fashination Of Death): il pezzo risulta essere un classico Black’n’Roll, in perfetto Carpathian Forest-style. Sicuramente interessante “Freezing Moon“, rifatta per l’occasione dai polacchi Vader, e spinta ad una velocità ai limiti dell’umana possibilità.
Quasi irriconoscibile “Carnage” nella versione proposta dai Behemoth, che chiudono con un paio di simpatiche variazioni (l’assolo di “Freezing Moon” prima, e infine il riff di “Deathcrush” per chiudere). Gli Emperor non stupiscono particolarmente con la loro versione di “Funeral Fog“, tuttavia la prova vocale è eccellente. Unica pecca, a mio avviso, “Deathcrush” riproposta dagli Absu, alla quale è tra l’altro affidata la chiusura. I nostri sembrano infatti cimentarsi in una inutile e noiosa prova di velocità e precisione, in antitesi con ogni più sano principio di tutte le True Black Metal Bands.
Dovendo tirare le somme, direi che siamo davanti a un eccellente tributo, coerente con lo spirito dei Mayhem e interessante per contenuti e interpretazioni. Ottima mossa per la Avantgarde.
Matteo Bovio