Recensione: Origins
Dopo tre anni di silenzio, tornano sul mercato i brasiliani Shaman con un nuovo album intitolato Origins dedicato al personaggio che li accompagna da ormai dieci, lo sciamano. La band di Ricardo Confessori sembra aver ricaricato le batterie in questi ultimi anni e, grazie a una formazione ormai stabile dopo lo split con Matos e i fratelli Mariutti, finalmente inizia a dare una forma consistente alle nuove composizioni. Sebbene il disco precedente, Immortal, non avesse soddisfatto tutti i vecchi fan della band, questo nuovo lavoro si prepara a dare un colpo di vento deciso per diradare tutte le nubi del passato: un sound compatto e potente, ispirato e deciso, scaccia via tutti i dubbi che potevano essere nati fino ad ora.
Confessori e soci danno alle stampe un album di pregiatissimo power metal “alla brasiliana” come da tempo non se ne vedevano sul mercato. Grazie all’indubbia tecnica e fantasia di tutti i membri del gruppo, Origins si piazza sicuramente tra le migliori uscite di questo appena trascorso 2010: velocità, passione, ritmi tribali e virtuosismi sono la fusione perfetta per questo nuovo concept carioca.
La storia di Origins narra di come Amagat, ormai diventato maturo, si allontani dal proprio villaggio per affrontare il proprio ego e trovare l’illuminazione che lo porterà a diventare la guida spirituale della propria tribù. Per raggiungere questo livello di coscenza dovrà affrontare dieci stadi di meditazione, rappresentati dalle dieci tracce presenti nell’album.
Il primo stadio, Origins (The Day I Died), è la breve introduzione che racchiude i rumori di una disperata fuga dalla fiera che insegue il nostro personaggio e culmina con l’inizio del primo vero e proprio brano, Lethal Awakening: un pezzo tiratissimo con un riff schizofrenico colmo di virtuosismi che mette in evidenza la bravura tecnica di Leo Mancini alla chitarra e Fernando Quesada al basso. La successiva Inferno Veil, traccia dal cuore più heavy metal, porta in risalto la splendida e versatile voce di Thiago Bianchi che si adatta a piacimento a ogni cambio di stile, dal più rabbioso al più dolce, ed è proprio la dolcezza che troviamo nel brano successivo, Ego pt. 1. In un paio di minuti soltanto, chitarre acustiche e percussioni dal sapore folkegiante accompagnano Thiago nel suo racconto: la meditazione porta Amagat all’incontro con il suo Ego e questo finalmente lo aiuta ad aprire gli occhi facendogli capire che l’unica cosa da fare è combatterlo. Ego pt. 2 è il risultato della lotta tra lo sciamano e la sua nemesi: una canzone straripante, veloce e dal riff portante di chiara matrice thrash metal chiarisce finalmente le vere intenzioni del combo brasiliano, ovvero non darsi alcun contegno o limite nelle proprie composizioni dando pieno sfogo alla fantasia. Il risultato è davvero notevole e tutto il disco ne è una chiara prova: gli Shaman non sono affatto alla frutta come qualcuno aveva pensato al momento del cambio line-up.
C’è spazio anche per inserti più progressive nella traccia seguente Finally Home e per la melodia struggende nella semi-ballad Rising Up To Life: Thiago Bianchi è sicuramente la carta vincente della riuscita di questo disco, la sua voce riesce a dare sempre quel tocco di classe in più che trasforma una canzone piacevole in un’ottima canzone, ora dolce e soave, ora graffiante ed energica.
Ci si avvicina alla fine di questo disco, e vengono proposte No Mind, dal groove atipico quasi new-metal, e Blind Messiah pezzo che, insieme a Ego, può tranquillamente considerarsi uno dei più riusciti di questo lavoro. La conclusione viene lasciata a S.S.D. (Signed, Sealed And Delivered), ballad acustica pregiata e coinvolgente dove chitarre e orchestrazioni si intrecciano in una trama perfetta, degna chiusura per un album tutto da assaporare e gustare lentamente.
Un lavoro confezionato ad opera d’arte quello prodotto dagli Shaman, che si va ad aggiungere alla molte uscite power del 2010, ma che in un’ipotetica classifica va a piazzarsi sicuramente nelle primissime posizioni. Davvero un album ben riuscito, speriamo di poterne ascoltare degli estratti anche dal vivo nel tour che presumibilmente passerà in Italia tra non molto tempo.
Stefano “Elrond” Vianello
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Tracklist:
1. Origins (The Day I Died)
2. Lethal Awakening
3. Inferno Veil
4. Ego Pt.1
5. Ego Pt.2
6. Finally Home
7. Rising Up To Life
8. No Mind
9. Blind Messiah
10. S.S.D. (Signed Sealed And Delivered)
Line-up:
Thiago Bianchi – Vocals
Leo Mancini – Guitar
Fernando Quesada – Bass
Ricardo Confessori – Drums