Recensione: Osselico
Non è mai semplice ed è sempre sgradevole dover stroncare un album fatto da ragazzi che sicuramente ci hanno messo cuore, passione e anche denaro, d’altro canto se viene richiesto un parere su quello che è il frutto di un processo di lavorazione che parte dalla composizione e giunge al prodotto finito e alla sua pubblicazione, l’unico criterio guida dev’essere per forza l’oggettività. E oggettivamente ci sentiamo di affermare che sono veramente pochi gli aspetti realmente e pienamente convincenti in questo debut album dei milanesi Osselico, sia a livello musicale che di “marketing/packaging”.
A partire dal nome, una sintesi un po’ maldestra di “Ossario” e “Psichedelico”, con cui gli Osselico parrebbero promettere intriganti fascinazioni oscure ed “occulte”, senza tuttavia mantenerle, passando per l’artwork un po’ anonimo, fino ad arrivare ai testi, forse il vero tallone d’Achille del quartetto, si tratta di elementi tutti quanti decisamente perfettibili. Per quanto riguarda, viceversa, il lato prettamente musicale, la loro proposta si rivela essere un hard rock piuttosto minimale e “vecchio stile”, sicuramente ben suonato ma privo di lampi di genio, i cui momenti migliori risiedono in alcuni assolo di chitarra di buona fattura.
Già dalle prime due tracce si palesano le radici purpleiane del DNA del quartetto milanese, complici il riffing da ABC dell’hard rock e la presenza massiccia dell’organo: tratti somatici che non possono far altro che richiamare alla mente la band di Ritchie Blackmore e del compianto Jon Lord. In particolare la più che buona “Io e Lei”, pur non proponendo nulla di sconvolgente (si tratta pur sempre di musica obiettivamente vecchia di una quarantina d’anni..), si fa apprezzare per la struttura e il buon tiro di riff e strofe, oltre che per la miglior prova al microfono di tutto l’album da parte di Fabio Brambilla.
“Non Ho Paura” e “Chi sei?” sono altrettanto devote al sound dei Deep Purple ma non basta il riecheggiare di quegli stilemi e nemmeno un paio di guitar solo ispirati e ben eseguiti, seppur fin troppo “classici”, per distogliere l’attenzione dall’elementarità delle trame e da testi che non colpiscono quasi mai nel segno. Nemmeno “Neve Al Sole”, pur nel tentativo di aumentare un po’ i battiti, cancella il fortissimo senso di dejà entendu che accompagna ogni singolo passaggio, ma il vero scivolone, francamente evitabile, è quello che si perpetra con la successiva “18/19 Y.O.”, un insulsa pop song degna di una sigla da cartone animato, ulteriormente affossata da un testo a dir poco imbarazzante. Chiude “Vieni Via”, di nuovo più pop che rock, non sgradevole eppure incredibilmente vicina a certe cose del tanto bistrattato Eros Ramazzotti, cui a tratti Brambila si prende pure la briga di ammiccare nel cantato.
Niente di nuovo insomma: una manciata di canzoni molto semplici, senza infamia né lode (escludendo l’improponibile “18/19 Y.O.”), cantate in italiano (altra scelta non sempre vantaggiosa), da una voce piuttosto “particolare” e penalizzate da testi il più delle volte pretenziosi ma nel contempo inconcludenti. Se l’obiettivo è quello di ritagliarsi un proprio spazio nell’affollato e iper agguerrito panorama musicale nazionale ed internazionale, c’è ancora davvero molto su cui lavorare in casa Osselico.
Stefano Burini
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Line Up
Fabio Brambilla: voce e basso
Patrizio Guerrini: chitarre
Luigi Ruggeri: tastiere e organo
Fabio Cardani: batteria
Tracklist
01. Misticamente Accade 03:22
02. Io E Lei 04:14
03. Non Ho Paura 04:43
04. Chi Sei? 02:16
05. Neve Al Sole 04:51
06: 18/19 Y.O. 03:03
07. Vieni Via 04:58