Recensione: Ossuarium Silhouettes Unhallowed
Formatisi nel 2007, in poco più di dieci anni di carriera i doomster finlandesi Hooded Menace sono diventati uno dei nomi forti della scena death-doom, acquisendo sempre maggiore seguito e considerazione tra appassionati e addetti ai lavori. Ovviamente nulla arriva casualmente o senza un motivo. Se andiamo infatti ad analizzare quanto fin qui prodotto dalla band del chitarrista Lasse Pyykkö, è facile notare come gli Hooded Menace, passo dopo passo, abbiano portato avanti una chiara evoluzione stilistica. Restando fedeli ai crismi del death-doom, i Nostri hanno aumentato la musicalità delle proprie composizioni, inserendo delle melodie “decadenti”, di chiaro stampo nordico, che hanno elevato lo spessore emotivo del songwriting della compagine di Helsinki. Un’evoluzione che ha trovato il proprio apice in “Darkness Drips Forth”, album pubblicato nel 2015. Così, forti di un nuovo e prestigioso contratto con Season of Mist, gli Hooded Menace pubblicano nella prima parte di questo 2018 il loro quinto disco, “Ossuarium Silhouettes Unhallowed”, uno dei full length più attesi dagli amanti delle sonorità rallentate e plumbee.
Com’era facilmente prevedibile, con “Ossuarium Silhouettes Unhallowed” gli Hooded Menace proseguono in quel percorso evolutivo che li ha fin qui contraddistinti. Sia chiaro, i Nostri restano fedeli alle sonorità death-doom, vero marchio di fabbrica del combo scandinavo, ma la nuova fatica di Pyykkö e compagni, come scopriremo nel corso della nostra analisi, si rivela l’album più vario e maturo fin qui realizzato dal quintetto finlandese (quartetto durante le registrazioni del nuovo disco n.d.r.). L’opera si erge attorno al lavoro del duo Pyykkö-Hannonen, un guitarwork ricercato e curato, in cui fanno capolino soluzioni che ci riconducono agli ultimi Paradise Lost e alla coppia Mackintosh-Aedy, in particolare nelle aperture melodiche e nelle armonizzazioni. Ma in “Ossuarium Silhouettes Unhallowed” non troviamo solo pregevoli melodie, ci imbattiamo in un album dotato di dinamica, in cui compaiono interessanti accelerazioni in chiaro stile death-doom, dove l’elegante lavoro delle chitarre viene ben supportato dalla sezione ritmica, creando un continuo cambio di atmosfere. L’album, infatti, riesce a realizzare un vero e proprio contatto emotivo con l’ascoltatore, mettendo in luce varie anime, partendo dall’incedere solenne, caratteristica delle composizioni griffate Hooded Menace, per poi mutare in momenti più aggressivi, lasciando poi spazio a quelle aperture melodiche di stampo Paradise Lost citate in precedenza. Un lavoro dal sapore decadente, in cui desolazione, rabbia e un senso di impotenza di fronte all’ineluttabile volontà del fato trovano compimento, ben interpretate al microfono da un ottimo Harri Kuokkanen, cantante entrato in line-up nel 2016 e al suo primo disco con gli Hooded Menace. La scelta di affidarsi a un cantante di ruolo sembra ripagare il quintetto finlandese, con un Kuokkanen in grado di dare un qualcosa in più alle composizioni. Il suo growl, rispetto a quello di Pyykkö, risulta più curato, efficace ed espressivo, non lontano da quello esibito negli ultimi anni da un certo Nick Holmes, storica voce dei Paradise Lost, band con cui gli Hooded Menace del 2018 sembrano avere più di qualche assonanza. Aspetti ben rappresentati da canzoni come l’opener ‘Sempiternal Grotesqueries’, ‘Charnel Riflections’ e la splendida ‘In Eerie Deliverance’, assoluto highlight del disco.
Come facilmente intuibile da quanto fin qui scritto, con la quinta prova sulla lunga distanza gli Hooded Menace realizzano un disco elegante, curato in ogni dettaglio, a partire dall’affascinante copertina realizzata da Adam Burke. Un’opera che riproduce visivamente la magia e le emozioni trasmesse dalle musiche di “Ossuarium Silhouettes Unhallowed”. Un album valorizzato da quella che si rivela la miglior produzione fin qui avuta dalla compagine scandinava che, proprio con questo nuovo platter, con il suo songwriting ispirato e la forte carica emotiva di cui le composizioni risultano intrise, sembra aver raggiunto la definitiva maturità. La firma per l’autorevole Season of Mist evidenzia la crescita e la qualità della proposta degli Hooded Menace. Poc’altro da dire, “Ossuarium Silhouettes Unhallowed” è uno dei dischi più interessanti usciti in questo primo scorcio di 2018. Gli amanti del genere sono avvisati. Complimenti Hooded Menace, avanti così.
Marco Donè