Recensione: Out From The Cold
Nel 2009 il full-length “Infinite Stargaze” rappresentò l’esordio dei Coldspell, combo scandinavo costruito intorno alla figura di Michael Larsson, già chitarrista, negli anni ’90, dei R.A.W..
“Infinite” fu accolto da un lusinghiero successo di critica, ed ecco arrivare adesso il suo successore, intitolato “Out From The Cold”, in uscita per la label Escape Music.
Accanto a Larsson, al singer Niklas Swedentorp ed al tastierista Matti Eklund, si è posizionata una nuova sezione ritmica (Anders “Kebbe” Lindmark al basso e Perra Johanson alla batteria), ma anche Ian Haughland degli Europe presta ai Coldspell, in quest’occasione, in qualità di special guest, i servigi delle sue bacchette. Dietro il mixer riappare, anche per questo secondo album, l’immancabile Tommy Hansen.
Il sound dei Coldspell non presenta quindi sostanziali novità rispetto all’esordio: la band, in “Out From The Cold”, consolida la propria proposta artistica, che trova le proprie radici del più classico ed epico hardrock degli anni Settanta, il quale vedeva i Rainbow quali fulgido esempio di tale stile, rinfrescato però, talora, nelle acque piacevoli e catchy degli eighties degli Europe e di Malmsteen, ed in un sound in ogni modo aggiornato e contemporaneo.
Gli intrecci, elaborati e talvolta complessi, di chitarra e tastiere (l’organo in primis) rappresentano il tessuto interstiziale maggiormente ricorrente nei brani dei Coldspell, e riecheggiano proprio atmosfere care alla band di Ritchie Blackmore. Così avviene in alcune delle tracce più rilevanti di “Out From The Cold”: la eccellente opening track “Heroes”, per esempio, nella quale la voce di Niklas Swedentorp si staglia su un tappeto sonoro grintoso ed eccitante costruito dal suono graffiante dell’ascia del band leader e dall’organo di Eklund; o ancora “Run for your life”, in cui gli influssi dell’ “arcobaleno” ed i rimandi all’eurorock si fondono e trafiggono l’ascoltatore in virtù di un ritornello avvincente ed un assolo di chitarra che non tradisce l’omaggio ai già citati maestri Blackmore e Malmsteen. Ed infine “Fate”, in cui le raffinatezza del impegno sui tasti d’avorio ci rimanda ancora più indietro, fino a Jon Lord ed ai Deep Purple.
“The King”, ballata epica e dalle influenze folk, ci trascina invece verso atmosfere arcaiche che possono ricordare, perché no, anche altri maestri dell’ hardrock melodico come Magnum e Dare.
La macchina del tempo ci riporta nuovamente in avanti, verso un sound ottantiano accattivante ed incisivo, arioso e melodico, grazie ad una “One In A Million” bombardata da staffilate di chitarra ed una “Time” (aperta da suoni di campane) che non nasconde ascendenze da Treat ed Europe.
Gli altri brani di “Out From The Cold” si collocano su un livello qualitativo tutto sommato uniforme ed elevato, ma appesantiscono lievemente l’ascolto a causa della sostanziale riproposta “compulsiva” degli stilemi più sopra descritti. Ciò non inficia, però, il giudizio pienamente positivo nei confronti di una release di pregevolissima caratura, alquanto raffinata e, tra l’altro, scevra da ruffianerie e cadute di stile finalizzate a strizzare l’occhio a questa o quest’altra tipologia di pubblico.
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Tracklist:
01. Heroes
02. Run for your life
03. One in a million
04. Six feet under
05. Time
06. Save our souls
07. The king
08. Fate
09. Seven wonders
10. Angel eyes
11. Heading for tomorrow
12. Out from the cold
Line-up:
Niklas Swedentorp – Voce
Michael Larsson – Chitarre / Cori
Anders “Kebbe” Lindmark – Basso
Perra Johanson – Batteria
Matti Eklund – Tastiere / Cori