Recensione: Outlast The Game
I Rollerball venivano da Firenze e nonostante la loro breve carriera riuscirono a lasciare un segno nella storia dell’Heavy Metal italiano degli anni Ottanta grazie alla loro passione, al loro talento e alla capacità innata di saper comporre canzoni immediate e travolgenti che dal vivo scatenavano un vero inferno sotto il palco. Dopo la registrazione nel 1983 di una demo su nastro professionale di ben sette tracce, che potremmo considerare quasi un esordio ufficiale visto che uscì sotto l’egida della Contempo Records, i Rollerball divennero una vera new sensation del HM italiano supportata dalla critica.
Ottimi responsi vennero da riviste prestigiose come Rockerilla e dalla potente fanzine Metal City Rocker che in quegli anni era un punto di riferimento per il nascente movimento metallico tricolore. Grazie alla spinta ricevuta con la demo i nostri toscani poterono calcare il prestigioso palco del festival di Certaldo aumentando considerevolmente il loro seguito.
La formula della band era semplice e vincente: potenti chitarre dai tratti aggressivi e frontali, linee vocali taglienti come rasoi e ritmiche incalzanti tipiche della tradizione Nwobhm. I Rollerball potevano venire accostati ai Raven, ai Motorhead, ai primi Samson e a molti altri gruppi britannici meno noti ma sostanzialmente classici e oltranzisti. Bastarono pochi mesi e nel novembre del 1983 i nostri quattro entrarono negli Studio Emme di Calenzano per registrare il loro primo Ep ufficiale “Outlast The Game”.
Dietro il mixer i quattro musicisti reclutarono il veterano Luca Borgnetto mentre i suoni vennero curati da Enrico Dell’Omo che era pure il direttore della fanzine Metal City Rocker. La potenza della band venne esaltata dalla splendida prova vocale di Maxx Bell, già ugola dei leggendari Knife Edge, che sovrastava ogni traccia del disco. Le danze erano aperte dall’intro “Rollerbach” che rapidamente lasciava spazio all’auto-celebrativa “Rollerball” una vera breaker-song da sparare in faccia ai fan dal vivo.
I Saxon e i Judas Priest erano senza dubbio i punti di riferimento maggiori di questa canzone. Il lato B del disco rivelava la personalità più ambiziosa del quartetto toscano. Ottima “Do You Know Alan?” che sembrava voler strizzare l’occhio agli ascoltatori più esigenti, in chiave compositiva questa song rivelava ancora oggi alcune sorprese originali. Davvero eccellente la conclusiva “Escape” che venne osannata dalla critica come una delle migliori canzoni di sempre della scena HM italiana dell‘epoca. Anche in questo caso fu la prova vocale del bravo Maxx Bell a dare una marcia in più al pezzo.
Per la band la strada sembrava in discesa e non stupì il fatto di vederli aprire i concerti italiani dei Mercyful Fate poco tempo dopo la pubblicazione di “Outlast The Game”. Pare che l’intero Ep d’esordio fosse un mini concept basato sull’opera di Stanley Kubrick, ma non ci sono mai state conferme precise, di certo il nome scelto dal complesso era influenzato dal famoso regista. I Rollerball parteciparono alla compilation Heavy Metal Eruption con l’inedito “Wild Town” che ricalcava in pieno il loro stile diretto e live oriented.
Insomma tutto bene direte voi, e invece i nostri commisero un passo falso con il secondo Ep “Don’t Push The Bottom”. La scelta di accantonare parzialmente il sound Heavy Metal oltranzista del debutto e di sterzare verso lidi punk, una copertina non all’altezza e un songwriting poco elaborato finirono per penalizzare moltissimo la seconda fatica dei Rollerball. Questa volta la critica che si aspettava un ritorno sugli scudi li massacrò senza pietà e i metallari dell’epoca erano crudeli, credetemi, le svolte sonore non venivano perdonate facilmente.
Così in breve tra cambi di line-up e qualche concerto meno riuscito i Rollerball si persero nel nulla mentre il movimento HM italiano raggiungeva il suo apice a metà anni Ottanta. Un gruppo di questa caratura avrebbe veramente meritato ben altri risultati ma come spesso accade in Italia le grandi speranze finiscono in cocenti delusioni.
Una ristampa di “Outlast The Game” insieme con i pezzi della prima demo secondo me sarebbe veramente auspicabile e consentirebbe a tanti di voi di ascoltare finalmente un vero gioiello del nostro passato metallico.
Alessandro Cardinale
Tracklist:
1 – Rollerbach (Prelude) – 0:19
2 – Rollerball – 3:33
3 – Do You Know Alan? – 4:47
4 – Escape – 4:47
Line-up:
Maxx Bell – voce, tastiere
Fabrizio Ricciardelli – chitarra
Jey Key – basso
Peter – batteria