Recensione: Outsleeping
Il nome degli Even Vast mi è caro già da diversi anni, loro sono una delle pochissime band in ambito gothic capace di convincermi completamente, non sono certo un amante di queste sonorità e lo potete dedurre dalle recensioni che scrivo di solito e dalle band di cui mi occupo. Gli Even Vast vengono da Aosta e hanno alle spalle già un album e un mini cd, la band si affida alle capaci mani della Mausoleum Records per la pubblicazione di questo “Outsleeping” e finalmente questo secondo disco può vedere la luce. Vorrei fare una dedica speciale per questa recensione, anche se non è usuale in questa sede, il motivo è più profondo e importante di quanto possa descrivere con le parole. Unruhig, questa recensione è per te. La band valdostana basa il suo sound sulle potenti chitarre ritmiche rallentate e sulle ottime linee vocali della brava Antonietta Scilipoli che rappresenta anche la maggiore anima compositrice degli Even Vast. Come ormai abitudine i nostri generano canzoni di durata non particolarmente lunga ma intelligentemente affidate a refrain minori, melodie vocali, che presto riescono a coinvolgere l’ascoltatore grazie a un mood elegante ed efficace. La produzione del nuovo platter appare immediatamente superiore a quanto registrato dagli Even Vast in precedenza, le sessioni di registrazione si sono svolte agli One Voice Studios di Chivasso, una cittadina a nord della mia Torino, il risultato è decisamente notevole. La maturazione del gruppo appare evidente sotto il profilo compostivo e mi pare di poter affermare che genericamente gli Even Vast abbiano optato per una coraggiosa scelta minimalista, puntando su un approccio sonoro snello e totalmente affidato alle chitarre e al basso, abbracciando soluzioni doom oriented senza eccedere e senza snaturare il proprio stile ormai riconoscibile.
Già dalla prima “Ordinary Incomprehention” si deduce la portate della band, in pochi secondi gli Even Vast riescono a creare una atmosfera fluida e dalle tinte oscure, sebbene diretto e coinvolgente il brano non finisce per ripetersi o per apparire scontato, in questo frangente mi vengono alla mente i Flowing Tears di “Jade”, disco che a me è sempre piaciuto molto, escludendo ironicamente il mio matrimonio col metal classico dei Judas Priest naturalmente. Si continua sugli stessi canoni con la successiva e più rock oriented “Just because of you” dove la Scilipoli sembra voler avvicinarsi all’approccio esecutivo degli ormai trapassati Type or Negative del periodo di “October rust”. Evidentemente non sono l’unico a ritenere che questi newyorkesi dovrebbero rivalutare quel sound alla luce delle loro ultime, pessime mosse discografiche. Maggiormente ripetitiva, ma non eccessivamente, “She knows” si presenta come una delle canzoni più promettenti in ottica live, ancora una volta un refrain minore e romantico viene posto alla base del ritornello garantendo un risultato immediato. I riff cadenzati e pesanti di “Downing gloom” mi rimandano al doom oscuro, la voce femminile comunque garantisce il giusto spunto melodico che permette al brano di avvolgere l’ascoltatore senza annoiarlo, fermo restando che a uno come me il doom non piace proprio. L’heavy rock oscuro di “Lost in you” nasconde un’anima seducente, mi piace molto il suono delle parole di questo brano che si addice perfettamente alle atmosfere generate dal souno della band, insomma davvero un bel lavoro. Dinamica e più ambiziosa “After all” non possiede le cartteristiche tipiche delle precedenti composizioni e richiede diversi ascolti per poter essere intesa nella maniera migliore. Torniamo a soluzioni care al passato artistico dei Type or Negative con la successiva “Defeated” una nuova prova di abilità compostiva e di risolutezza da parte della band valdostana, anche in questo caso sono prevedibili ottimi responsi in sede live. Con “Scared for the last time” il gruppo sforna una bella composizione cadenzata ma dall’apporccio avvolgente, la personalità degli Even Vast mi pare emergere nettamente in composizioni come questa che non sono debitrici rispetto al sound di particolari band ma che dimostrano la raffinatezza dei nostri. Lo strumentale “Outsleeper” genera un’atmosfera misteriosa e seducente, citando la destinataria della mia dedica: “Di liquido trasparente a gemma cangiante”.
In conclusione vi consiglio caldamente di ascoltare questo nuovo “Outsleeping” con molta attenzione e di dedicare agli Even Vast l’attenzione che meritano. Gli Even Vast sono riusciti a convincermi con la loro sincerità, di certo non sono un fan di questo genere, come sapete, questa ulteriore ragione dimostra la caratura artistica del gruppo.
1 Ordinary incomprehention
2 Just because of you
3 She knows
4 Downing gloom
5 Lost in you
6 After all
7 Defeated
8 Scared for the last time
9 Outsleeper