Recensione: Over And Out
Kreator, Detruction e Sodom …, queste tre band sono la storia del Thrash Tedesco (e non solo), si sono trovate nel posto giusto ed al momento giusto e, nei primi anni ’80, avevano tutti i numeri per stare al vertice, dove in effetti si sono piazzate.
In quel periodo anche altri gruppi di valore facevano parte del rovente movimento nato nel Bacino della Ruhr, solo che, per i più svariati motivi ed a volte immeritevolmente, sono rimasti sempre un passo, a volte anche solo un passetto, dietro di loro.
Tra questi i Darkness nati nel 1984, ma rimasti nel circuito dei demo fino al 1987 quando hanno pubblicato ‘Death Squad’, un discone che è solo ‘arrivato un po’ dopo’.
Poi, dopo altri due album (‘Defenders of Justice’ del 1988 e ‘Conclusion & Revival’ del 1989), la terribile tragedia della scomparsa del loro vocalist Ollie, che li ha portati allo scioglimento fino al 2004 quando, grazie alla volontà di Lacky e Arnd, due tra i membri originali, la band si è riformata.
Da lì altri due album (‘The Gasoline Solution’ del 2016 e ‘First Class Violence’ del 2018), la sostituzione del bassista Dirk con Ben, nel 2019, ed ora l’EP ‘Over And Out’ disponibile dal 27 novembre 2020 via Massacre Records.
Un lavoro composto da sette pezzi, della durata complessiva di poco più di mezz’ora, detonanti e coinvolgenti, il segnale che questa band non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Un primo sguardo al futuro, con tre canzoni inedite, un momento centrale di riflessione attraverso una cover ed, infine, l’attaccamento al passato, con altri tre pezzi storici.
I nuovi brani sanno di aspettativa, un anticipo di quello potrebbe succedere con il prossimo album: Thrash genuino, senza fronzoli, con un songwriting potente e dinamico che punta allo stomaco e linee melodiche che affettano.
C’è la velocità unita alla melodia di ‘Every Time You Curse Me’, la cui parte introduttiva fa salire l’adrenalina con il suo incalzare potente e marziale che conduce ad una spietata accelerazione.
C’è la potenza ed il pestaggio sonoro di ‘Dawn of the Dumb’, dal tiro più controllato, che articola la furia con micidiali rallentamenti che creano tutt’attorno una cupa atmosfera ed un finale straziante.
C’è lo Speed di ‘Over and Out’, senza freni, violento e letale.
La cover è ‘Slave To The Grind’ degli Skid Row (Title-Track del loro omonimo secondo album del 1991). Già energica nella versione originale, viene semplicemente riproposta in chiave Thrash; niente da dire: è fatta bene.
Poi si comincia ad andare indietro nel tempo.
La prima traccia narra la storia dei già riformati Darkness: ‘Tinkerbell Must Die’, tratta da ‘The Gasoline Solution’ del 2016 è estratta da un concerto tenuto in Giappone. Il combo sui palchi non fa prigionieri e non risparmia nessuno, neanche Campanellino, la fatina di Peter Pan (non leggete questa recensione ai vostri bambini).
Poi il passato remoto colpisce come un maglio: viene rispolverata ‘Armageddon’, dal primo demo ‘The Evil Curse’ del 1985, presente anche in un buon numero di successivi ed in ‘Conclusion & Revival’.
Il brano è pazzesco, Thrash primordiale e sostanziale, con ritmiche talmente serrate che tra una nota e l’altra non passa neanche un foglio di carta.
Chiude la versione acustica di ‘Faded Pictures’, da ‘Death Squad’, che ci dimostra che i Darkness non sanno solo suonare alla velocità della luce.
‘Over And Out’ è l’equivalente di un aperitivo. Ci mostra la potenza di fuoco dei Darkness di oggi, che vogliono evolvere senza rinunciare al loro passato.
Come un aperitivo, però, stuzzica ma non basta, vogliamo l’album. Avanti così!