Recensione: Over The Horizon
Memori del proverbiale detto che invita a “battere il ferro finchè caldo”, i teutonici Human Zoo doppiano, a distanza di poco più di dodici mesi, il disco d’esordio ‘Precious Time’, album che aveva convinto sin dal primissimo passaggio per valore esecutivo e maturità di songwriting.
Affidatosi ancora una volta alle amorevoli cure del maestro della consolle Dennis Ward (Pink Cream 69), il sestetto tedesco non sembra per nulla pago dei buonissimi riscontri ottenuti nel corso dello scorso anno e, lasciandosi alle spalle qualsivoglia velleità d’evoluzione presunta od effettiva, lancia in pista un nucleo di tracce che fungono da perfetta continuazione degli scoppiettanti esordi, amalgamate con gli stessi ingredienti e foriere dei medesimi ed identici risultati in termini di qualità e successo.
In due parole, un nuovo centro pieno.
Lo stile, inutile sottolinearlo, è sempre il vincente e raffinato AOR / Hard Rock di stampo europeo, arricchito tuttavia, da importanti dosi di personalità e gusto proprio, doti queste, che portano la band – grazie a preziosi inserti di sax e ad atmosfere dal sapore delicatamente notturno – ad ergersi senza dubbio al di sopra della media attualmente in circolazione.
Gli echi di Pink Cream 69, Jaded Heart, Bonfire, Dark Sky ed Evidence One, sono sempre ben chiari ed intelligibili, ma la verve, il brio e la classe del gruppo sono valori altrettanto preponderanti e contribuiscono a garantire agli Human Zoo un rango d’assoluto rispetto, riservando loro un meritato spazio nel ristrettissimo novero delle migliori promesse del settore.
Come già accaduto nel primo capitolo, sono le eleganti melodie, frammiste ad un suono pulito, profondo ed avvolgente a rendere il platter piacevole sin da subito.
Brani quali la cadenzata ‘Over The Horizon’, in cui il maestoso sax di Boris Matakovic fa nuovamente la propria comparsa, l’hollywoodiana ‘Want It’, la straordinaria ‘Creatures Of The Night’ e l’energica ‘Hit The Rock’, confermano ancora una volta l’abilità del gruppo nello stendere melodie avvincenti, fluide, non banali e d’assoluto spicco, erette su di un impianto sonoro di grandissima classe ed intessute magistralmente con eleganza e ricercatezza, senza mai tuttavia tralasciare le necessarie e vitali iniezioni d’esuberanza e virilità tipiche del miglior german-rock.
Le immancabili ballate inoltre, ‘Be The One’, ‘Lovin’ You’ (dall’irresistibile appeal radiofonico) e ‘Endless Road’, soddisfano, senza possibilità di replica, anche le esigenze dei più romantici e sognatori, assicurando le buone quantità di “zucchero e miele” indispensabili in qualsiasi disco di rispettabile hard rock.
Come già sottolineato ai tempi di ‘Precious Time’ dunque, le qualità espresse dal combo tedesco appaiono incontestabili ed importanti e non sfuggiranno nemmeno questa volta agli appassionati.
Una graditissima riprova di bravura, che, grazie ad un album piacevole e ben fatto come ‘Over The Horizon’, porta a confermare in toto giudizi e pareri espressi tempo fa e rende gli Human Zoo un gruppo consigliatissimo, da segnare a penna rossa per il futuro.
Tracklist:
01. Cosmopolitan Scene Part II
02. Cryin’
03. Over The Horizon
04. Communicate
05. Want It
06. Be The One
07. Rock Your Town
08. Interlude Creatures Theme I
09. Creatures Of The Night
10. Hit The Rock
11. Lovin’ You
12. Endless Road
Line Up:
Thomas Seeburger – Voce
Ingolf Engler – Chitarre
Markus Ratheiser – Basso
Tommy Stobel – Batteria
Zarko Mestrovic – Tastiere
Boris Matakovic – Saxofono