Recensione: Overload
Eccoci giunti al tanto atteso nuovo album dei canadesi Harem Scarem dal titolo Overload. C’è da dire che prima di accingermi a recensire questo lavoro, il platter in questione è passato più e più volte nel mio lettore, e tutto sommato mi posso ritenere più che soddisfatto dell’ascolto.
Ciò che colpisce fin dall’inizio è il suono ribassato e notevolmente irrobustito della chitarra, l’opener “Dagger” risulta essere oltre che incisiva, anche frizzante e notevolmente orecchiabile nelle melodie del ritornello. Forse molti di voi dissentiranno con me, ma credo che la scelta del singolo sia stata a mio avviso del tutto sbagliata, infatti “Afterglow” è piuttosto scontata, ripetitiva e se si eccettua il gradevole inciso di Hess con la voce a metà della canzone ed il piacevole riff di Lesperance, questo non risolleva affatto le sorti di una canzone che ritengo sia l’unica vera pecca di questo disco. Ho accennato agli assoli di Lesperance, ebbene signori e signori siamo di fronte ad un grande chitarrista (non c’è bisogno che ve lo dica), in tutti i sensi: compositivamente, tecnicamente e con un gusto per la melodia e gli arrangiamenti veramente invidiabile: ecco quindi che ad avvantaggiarsi di cotanta bravura è tutto il resto dell’album, a partire da “Rise and fall” che seppur non presenti un ritornello memorabile, vede oltre all’ottima prova di Lesperance (ascoltate il fraseggio/assolo centrale da brividi!) anche una valida interpretazione di Hess, che a mio avviso canta su toni più alti del solito, ripeto non è però un episodio significativo che dà il giusto valore all’album. Perché è la successiva “Don’t came easy” a mettere tutti d’accordo, canzone che si ricorda al primo ascolto, ed è qui che esce fuori tutta la classe del quartetto canadese, forse una delle migliori del loro repertorio. Ma poteva mancare il “lentazzo” di turno? No ovviamente, ed ecco che i “Nostri” ci sfornano l’ennesima perla melodica a nome “Can’t live with you”, traccia che sicuramente non mi stancherò mai di ascoltare così come la successiva, arrabbiata “Forgive & Forget” che seppur presenti delle sonorità quasi post rock, lascia trasparire la solita incredibile ricerca della melodia più raffinata anche in una canzone dura come questa. Una breve “intro” di piano è il preludio alla sognante “All you’re getting” in cui Hess si supera, non c’è che dire, qui mi inchino a dei maestri dell’Aor, è incredibile come una band come questa viva ancora nel semi-anonimato! Ma eccoci giunti forse al miglior pezzo in assoluto del platter, “Leading me on” potrebbe essere un tormentone che si potrebbe ascoltare centinaia di volte in radio, ma ovviamente non sarà così, la traccia in questione ha un ritornello memorabile, un giro di chitarra incredibilmente efficace, un cantato eccezionale, insomma agli Scarem non mancherebbe proprio niente per sfondare, soprattutto con pezzi come questo! Le ultime tracce dell’album anche se non raggiungono i livelli delle precedenti rimangono comunque gradevoli, in particolare trovo veramente azzeccati i cori di “Understanding you”, mentre l’hard rock di “Same mistakes” non mi colpisce in modo particolare così come la bonus track “Wishing” . Insomma per concludere non mi posso sicuramente ritenere deluso “Overload”, certo all’inizio si rimane un po’ spiazzati da queste sonorità diciamo un po’ “Nu” rassicurandovi sul fatto che di “Nu” questo disco musicalmente non ha proprio nulla e come si dice “la classe non è acqua” e di classe gli Harem Scarem ne hanno da vendere.
Tracklist:
- Dagger
- Afterglow
- Rise and fall
- Don’t came easy
- Can’t live with you
- Forgive & forget
- All you’re getting
- Leading me on
- Understandin you
- Same mistakes
- Wishing (Bonus track)
