Recensione: Overlord’s Perpetual
Ragazzi questo giovanotto ci sa davvero fare, è Overlord, un talentuoso chitarrista greco giunto alla pubblicazione del suo primo album solista. Circondatosi di musicisti di buona fattura Overlord riesce a confezionare un prodotto composto da un puro semplice e genuino Heavy Metal dalle tinte neoclassiche e che, in più di un’occasione, fanno il verso al maestro per eccellenza, quel Malmsteen (mitico!) cui Overlord sembra essere accanito quanto fervido discepolo.
Il disco è inaugurato dalla strumentale Perpetual giusto a far capire di che pasta è fatto il nostro musicista, ma è con la successiva Majesty che l’album è battezzato all’insegna del metallo pesante grazie ad una splendida fast song che corre via su ritmi sostenuti e riff compatti e potenti. Immortal Hymn, dal cantato struggente ed aggressivo, si snoda su refrain belli ed orecchiabili mentre la seguente Prince of Darkness addirittura va a spolverare certe sonorità epicheggianti tanto carei ai mitici Rising Force.
La successiva Empire of Shadows è l’immancabile strumentale che, in questa tipologia di platter, non può mancare. la song, caratterizzata da un blando e dolce inizio si snoda in tutta la sua potenza metallica mettendo in risalto una semplice cosa: l’assoluta perizia tecnica che questo giovane chitarrista può vantare. La pomposa The Overlord con il suo flavour neoclassico ed allo stesso tempo dal riff tagliente (mitici inoltre i suoi refrain) cede ben presto il passo alla struggente ed intensa I Can’t Wait, cadenzato brano dalle tinte romantiche e solenni, sicuramente un’indiscussa hit del disco che ha anche l’importante prerogativa di mettere in mostra tutte le abilità di songwrititer di Overlord. I’ll never try again riporta il platter su binari più veloci ed aggressivi mentre la closer Melanchony è una delicata strumentale acustica che va a porre così la parola fine a questo splendido debut album di un artista che avrà ancora tanto, tanto da dire.
Ragazzi overlord è un musicista affermato, lo ho capito dalla prima volta che ho ascoltato mitiche song come I Can’t Wait, la Sonic Age riesce a porre sul mercato un altro pezzo musicalmente forte. L’attitudine del giovane è inoltre quella giusta ed azzeccata, fidatevi, sono questi i musicisti che, oggigiorno, vale la pena davvero supportare.
Vincenzo Ferrara