Recensione: Overthrow
Non conoscevo assolutamente questi 4 ragazzi americani sino a poco tempo fa, quando scoprii che tre di loro facevano parte della line-up dei Dying Fetus sullo splendido “Destroy the opposition“: decisi allora di procurarmi il loro MCD di debutto, questo “Overthrow“, di 5 pezzi per un totale di circa 15 minuti. Risultato: una sorpresa! Il sound continua secondo la linea della band “madre”, miscelando tempi grind sparatissimi a rallentamenti in tipico death-style, con tracce di hardcore specialmente nei ritornelli, cantati a più voci e quasi sempre trascinanti; l’unica grossa differenza può essere riscontrata nel diverso utilizzo della tecnica strumentale, qui meno evidente e più integrata con la struttura delle songs.
Un punto a totale favore di questo dischetto è il solito fenomenale drumming di Kevin Talley, non per niente provato dagli Slayer come possibile sostituto di Paul Bostaph: una vera piovra, riempie incredibilmente il sound dei Misery Index, portandolo ad un livello decisamente superiore a quello di molte altre bands!
Esemplare in tal senso l’iniziale “Manufactured Greed“: partenza ultra-veloce con rullate a 6 mani, per arrivare ad un chorus davvero azzeccato, sostenuto da un bel riffone death. La voce del cantante si assesta sempre su tonalità medio-alte, senza mai diventare troppo gutturale; le chitarre creano un buon muro sonoro, purtroppo reso abbastanza confusionario da una produzione non troppo cristallina, specie sulle tonalità più basse. Le seguenti “Your pain is nothing“, “Blood on their hands” e “Pulling out the nails” seguono le stesse coordinate, con alternanza continua di tempi e liriche basate, come già nei Dying Fetus, su tematiche sociali e politiche, ovviamente in termini di protesta.
Discorso a parte merita il pezzo di chiusura del MCD, rappresentato da “Dead shall rise” dei Terrorizer, ad indicare le influenze della band: una canzone che mostra come potrebbe suonare la band su strutture relativamente più semplici.
Ora i Misery Index sono da testare sulla lunga distanza, per giudicare definitivamente le capacità compositive della band: da migliorare sicuramente la qualità della registrazione, un full lenght necessita anche di maggior varietà per non stancare l’ascoltatore; intanto questo dischetto può costituire un biglietto di presentazione più che buono nell’affollatissimo mercato estremo.
1. Manufactured Greed
2. Your Pain Is Nothing
3. Blood On Their Hands
4. Pulling Out The Nails
5. Dead Shall Rise (Terrorizer cover)