Recensione: Pall Of Endless Perdition
Dimenticatevi i sempre sorridenti surfisti, i koala e persino i canguri. L’Australia che gira nel lettore CD è buia e umida come nella miglior tradizione Atmospheric Black Metal e forse non è nemmeno un caso, dato che ad accompagnare il mastermind/polistrumentista D. troviamo sia un commilitone australiano (Mitch, alla voce), che il batterista Vlad, direttamente dall’Ucraina, patria indiscussa di alcune delle più solide e prolifiche realtà di questo specifico sottogenere del black metal.
Gli Unfelled pubblicano così il primo lavoro, che in realtà non sa di esordio, dato che D. è un nome noto nel panorama grazie alla sua band principale – Woods of Desolation – attiva già dal 2006. Certo, non stiamo parlando di precursori, ma in un periodo in cui ogni mese veniamo letteralmente assaliti da un numero esponenziale di nuove uscite e nuove band, spesso con un unico membro che si fa carico di ogni strumento e parti vocali, è pur sempre piacevole notare come il desiderio di spaziare lungo tutto il proprio arsenale compositivo dia ancora modo di creare side projects come questo.
Attenzione però a definirlo tale, poiché l’offerta degli Unfelled si muove su sentieri che faranno subito la gioia di chi mastica Drudkh e Khors, giusto per menzionare due realtà compatriote del sopracitato Vlad. Solidità, velocità di esecuzione e reale capacità di centrare l’obiettivo, delineando 7 brani che gettano nei timpani dell’ascoltatore del sano black metal vecchia scuola. Ci si divincola in canzoni dal puro sapore analogico e che impastano ritmiche veloci (The Opposer) sotto l’ottima performance vocale di Mitch (An Epoch in Bloodshed), perfettamente a suo agio quando si tratta di condurre il trio d’oltreoceano lungo galoppate attraverso lande deserte, proprio come l’Outback australiano, ma dove il rosso delle tipiche rocce del continente più lontano dalla patria del black metal cede spazio a colori tenui e dove l’immancabile manto nero di un cielo orfano di stelle concede qualche sprazzo di melodia, quanto basta per tenere elevata l’attenzione dell’ascoltatore e offrire variazioni che impreziosiscono il risultato finale di un prodotto davvero molto interessante (Wreathed Wings).
A conti fatti la copertina non inganna e anzi preannuncia con la massima precisione ciò che attende, ovvero quasi 40 minuti di sano e gelido black metal ispirato e con una forte connotazione est-europea. Poco coerente? Nient’affatto, perché dopotutto è proprio questo il significato degli Unfelled, ovvero il bisogno di mettere in musica un bagaglio compositivo che la maturità artistica di D. ha concesso di inserire in un contesto differente rispetto ai Woods of Desolation. Pall Of Endless Perdition è un album che non va però sottovalutato e relegato a mero extra rispetto ad una realtà con quasi due decenni sulle spalle. Si tratta infatti di un lavoro che gode della maturità compositiva offerta dall’esperienza e che tuttavia riesce a far convivere con quella fiamma ispirata che illumina il cammino della morte raffigurata in copertina, assoluto richiamo per tutti i cultori di un black metal che sa come tornare alle origini, anche a distanza di decenni e di migliaia di chilometri dalla fredda Europa.