Recensione: Parasite!
Mini-cd per i Mustasch, band di Gothenburg ormai all’attivo dal 1998 e inserita discretamente nel giro dei nomi che contano, con date di spalla ai Motörhead e la possibilità di avere al proprio servizio il produttore Jacob Hellner (Rammstein).
Dopo essersi allontanati dalla Emi per divergenze musicali ed essere approdati alla Bohus Entertainment la band svedese ha dato alla luce questo Ep, nel segno del ritorno alle proprio radici e di una semplificazione della propria musica per provare di recuperare parte di quella componente heavy/hard perduta con le ultime release. Nonostante tutto però l’esigenza di piacere a una grossa fetta di pubblico (e quindi di avere un riscontro positivo dal mercato) è ancora presente e gioca un ruolo abbastanza principale della produzione di questo lavoro.
In Parasite! c’è uno stoner discretamente suonato, semplice e molto ruffiano, altrettanto melodico e con qualche riff hard rock a staccare Parasite! Dai binari integralisti del genere in cambio di un paio di sferzate di vitalità. Un prodotto partorito per piacere un po’ a tutti coloro che bazzicano certe scene ma soprattutto per fare breccia in ambienti fertili come il mercato americano e scandinavo (non a caso questo Ep è entrato alla posizione numero 22 in Svezia).
Un ep con due brani sufficientemente piacevoli (le prime due tracce Nailed to Pain e My Disorder) ma che in generale non mostra grandi cose: tutto è fatto in maniera molto semplice e schematica, quasi con lo stampino. Quantomeno però, rispetto ai prodotti soliti del genere, in qualche brano c’è una certa venatura heavy rock, un tocco che potrebbe rendere il disco vagamente sopportabile ai fan dell’hard rock ‘70/’80 e che potrebbe invece allontanare gli affezionati allo stoner nudo e puro. Insomma il solito compromesso proprio di ogni disco costruito anche per soddisfare certe esigenze commerciali.
Tracklist:
1. Nailed to Pain
2. My Disorder
3. Do or Die
4. Parasite
5. Kill the Light
6. The Dagger (live version)
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini