Recensione: Passages Into Deformity

Di Leonardo Storai - 3 Febbraio 2013 - 0:00
Passages Into Deformity
Etichetta:
Genere:
Anno: 2013
Nazione:
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82

Buone notizie in vista per i metallari estremi: torna a mettere carne sul fuoco l’acclamato quartetto brutal tedesco. Dopo tre full-length accolti più che positivamente dalla critica e dagli ascoltatori, i Defeated Sanity tornano con “Passages Into Deformity” e anche questa volta non falliscono. Accompagnati da un lavoro grafico degno di nota, rilasciano in apertura di 2013 un prodotto di livello elevato e con davvero pochi passaggi sottotono.

Band in circolazione già dalla metà degli anni ‘90, vanta ottimi strumentisti e non si lascia scappare l’occasione di ribadire la forza del proprio nome a livello europeo e non solo. Il disco recensito si presenta senza possibilità di smentita come un’uscita molto forte per questo nuovo anno nell’ambito technical/brutal death metal.

Con la prima breve traccia il discorso musicale viene immediatamente impostato sui giusti binari, ma solamente “Naraka” stabilisce lo standard dell’album. “Verblendung” è forse il brano migliore. Tutto scorre a meraviglia, il basso si prende a sprazzi la scena e i riff sono convincenti dall’inizio alla fine. Uno scontro frontale con rallentamenti in slow motion è quello che viene in mente ascoltando la successiva “Lusting For Trascendence” e già a questo punto la gioia uditiva è alta, ma altre sorprese sparse qua e là attendono l’ascoltatore. Il super riff centrale di “The Purging”, per esempio, si commenta da solo e con “Verses Into Deformity” i Defeated Sanity piazzano un’altra bastonata devastante. Che dire! Altra doppietta da fuochi d’artificio. Proseguiamo con l’intricatissima “Perspectives”, il brano più lungo che non può non ricordare per certi aspetti i grandissimi Gorguts. Pezzo pieno di spunti interessanti, che sfoggia anche un brillante solo, purtroppo l’unico del lavoro. Sicuramente il fatto di contenere un unico solo può penalizzare e non poco un prodotto del genere. Mi sento però di far notare che un ripetuto ascolto porta con sé talmente tante idee ed elementi che questo discorso passa in secondo piano. Un’altra buonissima song come “Frenzy” apre la strada all’ultimo sussulto. Con “Martyrium” infatti i Defeated Sanity chiudono alla grande questo graditissimo flagello mentale.

Si prova una certa soddisfazione alla fine di quaranta minuti così intensi. Soddisfazione innanzitutto perché sono garantiti ripetuti ascolti senza rischi di assuefazione. Poi, diciamo la verità. Una buona volta che una band europea tira fuori una prestazione del genere, a dispetto dei tradizionali mostri sacri d’oltreoceano, non c’è altro da fare che godere fino all’ultimo secondo. Per nostra fortuna altri buonissimi act tengono alta la bandiera europea nel campo: i primi che mi vengono in mente sono i geniali Spawn Of Possession.

Inutile dire che non si tratta di un disco epocale, ma la certezza di aver assistito a qualcosa di veramente convincente rimane. Questi nove macigni hanno anche il pregio di potersi garantire, con svariati ascolti e un po’ d’attenzione iniziale, il plauso di un pubblico estremo non limitato solamente all’ambito che stiamo trattando. Dal mio punto di vista amanti del death più tradizionale o del death più massiccio e roccioso potranno scovare molte cose interessanti. Quindi non mi farei sfuggire l’occasione di dare una chance a un prodotto del genere, vista la qualità sia compositiva sia tecnica esibita.

I Defeated Sanity confermano e forse sublimano una volta per tutte il loro posto di rilievo a livello internazionale in un campo sempre più numeroso di competitor agguerriti e preparati. Questa formazione ci regalerà sicuramente altre chicche in futuro e non possiamo fare altro che attenderli al varco impazienti, consapevoli dei margini di miglioramento necessari per parlare, la prossima volta, di capolavoro.

Leonardo Storai

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Tracce

01. Initiation 1:15
02. Naraka 5:07
03. Verblendung 4:44
04. Lusting For Trascendence 3:45
05. The Purging 4:58
06. Verses Of Deformity 4:16
07. Perspectives 6:49
08. Frenzy 2:35
09. Martyrium 4:50

Durata 38 min.

Formazione

Konstantin Luhring – Voce
Christian Kuhn – Chitarra
Jacob Schmidt – Basso
Lille Gruber – Batteria
 

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