Recensione: Passing the Nekromanteion
Dopo dieci anni di silenzio, nello specifico dal precedente “Orthodoxyn”, ecco di nuovo un lavoro in studio dei francesi Arkhon Infaustus.
“Passing the Nekromanteion” è un ep dalla corposa durata di trentatre minuti circa, un death black metal dagli innesti vocali caotici e assai evocativi. La band, attiva ormai dal 1997, non è certo una novità nel panorama, dimostrando una volta ancora la propria personalità e vena compositiva. Il tempo è passato, ma il project ha lavorato duramente sulle idee ed atmosfere, affinandole ulteriormente.
L’arrivo di Skvm alla batteria ha donato una certa dinamicità ritmica e potenza in più rispetto al passato. Non a caso crediamo che la band sia approdata alla Les Acteurs de l’Ombre Productions, una label attenta a gruppi transalpini di qualità ma anche capaci di creare ambientazioni e sfumature raffinate. Il sound dei nostri è un death black metal vicino ad Antaeus, Aosoth e Blut Aus Nord, oggi decisamente più pregiato rispetto al passato, in tal senso lontano per assurdo dall’attuale trend di voler ripescare dalla old school.
Gli Arkhon Infaustus proseguono idealmente così su una linea evolutiva che li porta ad una eccentricità marcata, ma mai per un momento esasperata o esasperante per chi ne fruisce. Tra l’altro, la lunghezza dei brani ci permette di poter dare un giudizio maturo, senza avere l’impressione di trovarci di fronte, da una parte, ad un Ep fatto tanto per far cassa dai collezionisti, dall’altra ad un’onestà che non porta la band a definire l’uscita full-length. Parentesi a parte, vi consigliamo vivamente di ascoltare questi quattro brani, sintomo di un ritorno all’apice per un progetto che ha forse sino ad oggi avuto la considerazione che meritava, ma che oggi potrà ancor far sentire la propria voce sorretta da una qualità ancor più accentuata.
Stefano “Thiess” Santamaria