Recensione: Passive Aggression
Tornano i greci Amken con ‘Passive Aggression’, secondo album disponibile, dal 26 agosto 2022, via Massacre Records.
Rispetto al Full-Length d’esordio, il valido ‘Theater of the Absurd’ del 2017, è cambiata tutta la sezione ritmica, per cui il 50% della band, con l’ingresso di Dionisis Kiamos (già nei Nevricon) al basso e Harris Zampoukos alla batteria.
Rimangono i due chitarristi Giannis Karakoulias e Vanias Apostolopoulos, con la novità che, per questo nuovo album, è il primo che si occupa del cantato principale, mentre a Vanias spettano essenzialmente i cori ed i controcanti.
La band sta trovando la sua identità: i brani suonano più personali rispetto a quelli presenti nel lavoro precedente, con una maggiore propensione a tenere tutto dentro uno stato di tenebra, atmosfera rafforzata dall’avvicinare il proprio Thrash alle linee di un più moderno Death Metal e dal ringhio scuro e prepotente di Giannis.
‘Passive Aggression’ è un album feroce, ribelle e contestatorio, con testi che affrontano le battaglie che facciamo contro noi stessi quando assimiliamo gli aspetti negativi della nostra società: stereotipi, paura, odio …
Questi nuovi Amken sono sensibilmente migliorati senza diventare troppo complicati, mantenendo molto vivo l’istinto primordiale di spaccare crani e tirare pugnalate (musicalmente parlando, naturalmente), come la Vecchia Scuola Tedesca insegna, affiancandolo però ad un buon interesse per articolazioni e coinvolgenti melodie. Il risultato sono brani che non vengono solo tirati “dritto per dritto” ma che crescono con la storia che raccontano.
Si evidenziano le incisive ‘The Underdogs’, veloce e collerica e la successiva ‘I Am The One’, prima oscura e cadenzata, poi tirata allo spasimo, ‘The Li(f)e We Lead’, sparatissima e cantata a due voci, la stessa ‘Passive Aggression’, potente e d’assalto, ‘Bliss’, con delle originali linee di chitarra che dimostrano che gli Amken sanno andare ben oltre la furia a tutto braccio e la conclusiva ‘Somewhere Past the Burning Sun’, ancora un brano cadenzato che poi esplode.
Insomma un buon passo in avanti questo ‘Passive Aggression’, rispettoso del passato, ma anche moderno, senza la pretesa di dire nulla di nuovo, ma trascinante ed avvincente, meritevole di essere ascoltato e di entrare nella propria discografia.
Come per tanti, sarà decisivo il terzo album. Noi siamo fiduciosi ed aspettiamo.
L’album è stato mixato da Fotis Benardo (SixForNine, ex SepticFlesh) presso i Devasoundz Studio ed è stato masterizzato da George Neratzis, mentre l’artwork è di Adam Burke.