Recensione: Patents of Control

Di Federico Mahmoud - 19 Febbraio 2008 - 0:00
Patents of Control
Band: Resistance
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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50

Resistance è una rodata formazione californiana che ha esordito nel 2004 con Lies In Black, senza peraltro affrancarsi dall’anonimato che già il precedente EP A Certain Sorrow aveva sancito. Tre anni dopo il quartetto è ancora sotto l’egida della Lion Music, che si autodefinisce “the progressive, neoclassical & hard rock label”, e tenta la carta Patents of Control: l’album offre un ibrido heavy / thrash in crisi d’identità, che colleziona un cliché dietro l’altro ma non è in grado di reggersi sulle proprie gambe, risultando in fin dei conti un rip-off di seconda mano.

Il limite principale di Patents of Control è la generale mediocrità del songwriting, che offre raramente spunti degni di nota. Non c’è collante tra gli undici brani presenti, che si dipanano senza sbavature ma orfani di un comune denominatore, se non quello della banalità. Qualche esempio? End of Today, la meccanica Paternal Shift, The Alpha & The Omega: episodi che, a fronte di un’esecuzione ineccepibile, entrano da un orecchio ed escono dall’altro, senza lasciare traccia. Si tenta di camuffare le lacune compositive dietro alla cura per i dettagli, dall’artwork (stereotipato) alla produzione cristallina, ma è uno stratagemma che può raggirare solo l’avventore più distratto. Nessun dubbio sui mezzi tecnici esibiti, anche se la sezione ritmica (Paul Shigo al basso, Matt Ohnemus dietro le pelli) mostra qualche affanno nelle pur rare accelerazioni, come accade in The Cleansing; decisamente più in forma il chitarrista Dan Luna e il cantante Robert Hett, in possesso di una discreta padronanza vocale. Da segnalare alcuni assoli di Dave Watson (ora in pianta stabile nel gruppo) e una fugace comparsata di Jim Durkin, ascia dei leggendari Dark Angel.

Si profila un’inevitabile bocciatura per l’opera dei Resistance, al cui taglio professionale (c’è la mano di Neil Kernon!) non corrisponde l’ispirazione necessaria a garantire un posto al sole nel panorama musicale odierno. Fortunatamente il mercato discografico, in tutte le sue salse, offre molto di meglio.

Federico Mahmoud

Tracklist:
01 Inhumanation
02 End of Today
03 Ashes of Tomorrow
04 One Nation Under G.O.D.
05 Confession of the Blackheart
06 Paternal Shift
07 Cerebral Screams
08 Technochrist
09 The Cleansing
10 The Alpha & The Omega
11 Mirrors Black

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